Vandali distruggono per la seconda volta la panchina della Pietà

Vandali scatenati e pure “sgrammaticati”: la panchina di pietra è di nuovo rotta in via della Pietà e gli imbrattatori a colpi di spray hanno deturpato l’ingresso di un condominio in via Bellini con frasi sconnesse.
«I vandali – ha ironizzato l’avvocato Fabiano Filippin di fronte alle parole senza doppie – non sanno scrivere in italiano». Un indizio, insomma, nella caccia ai colpevoli. Altri imbrattamenti sono stati segnalati in via Mazzini sul muro di un vecchio palazzo e poi da vari residenti a Ronche, dove i ghirigori sono apparsi sui cancelli.
In via della Pietà una panchina in pietra è finita in pezzi per la seconda volta in tre anni. «Sarà rimossa dagli operai del Comune dopo il danneggiamento – hanno annunciato i tecnici municipali –. Nel 2017 è finita a pezzi per la manovra sbagliata di un camion e stiamo valutando le cause del secondo danneggiamento».
Ma chi pagherà la nuova panchina? «La nostra città non deve arrendersi agli imbrattatori e vandali – attacca il sacilese Evio Bonas –. Il centro storico va difeso e tutelato nei beni pubblici e privati. Per dare un volto agli ignoti che fanno danni, si proceda a controllare le registrazioni della videosorveglianza che è stata potenziata da un paio di anni». Altri atti vandalici sono stati segnalati, pochi giorni fa, sulla ciclopedonale “Denis Zanette”: un sacilese che ha nel cuore l’ambiente ha lanciato l’appello. «A qualcuno dava fastidio il tavolo-ristoro lungo la ciclabile dedicata a Zanette – ha scritto postano le foto su Fb –. Alcune assi di legno sono state anche gettate nel rio Paisa».
Manca la sorveglianza degli agenti comunali di notte: il contratto di lavoro non prevede straordinari da circa tre anni. «Straordinario serale bloccato – hanno confernato in Comune – tre anni fa dopo i controlli dei revisori dei conti». Via libera ai vandali dove non ci sono telecamere accese: tre mesi fa sono state colpite con lo spray verde anche le pietre antiche del torrione veneziano di Foro Boario a Sacile: gli ignoti “writer” non si sono negati nulla, sul retro della fortificazione. Dove hanno scambiato per una lavagna le vecchie mura. A Sacile servono solventi e braccia per pulire. –
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto