Valentino Pascoli nella galleria dei sindaci

È stato il primo cittadino dell’inaugurazione del castello restaurato dopo i bombardamenti della Grande guerra. Quello che ha sistemato e illuminato corso Italia, creando i caratteristici controviali. Eppure, il ritratto del podestà Valentino Pascoli, che resse le sorti del Comune di Gorizia dal 1934 al 1938, mancava nella galleria dei sindaci allestita al piano nobile del municipio. Una lacuna che sarà sanata venerdì prossimo, a mezzogiorno, grazie ai nipoti dell’illustre primo cittadino, Alvise e Foscarina, che hanno deciso di donare al Comune un ritratto del nonno Valentino: sarà collocato a pochi metri dalla sala Bianca, accanto a quello del podestà Antonio Casasola, recentemente acquisito - con le stesse modalità - dall’amministrazione comunale.
Il quadro - il cui valore ammonta indicativamente a mille euro - è un olio su tela della pittrice Nora Carella: nata nel 1918 e scomparsa lo scorso giugno, la pittrice è particolarmente nota in Italia e all’estero per i luminosi ritratti di gusto postimpressionista che hanno caratterizzato i ritratti di insigni personaggi del mondo artistico e culturale, della politica e della diplomazia, oltre a vari sindaci di Trieste e presidenti del Lloyd triestino. Sarà così reso omaggio doveroso a Pascoli, padre di Eno, presidente dell’Ordine degli avvocati di Gorizia e insigne studioso delle vicende isontine, oltre che consigliere comunale e provinciale.
Valentino Pascoli fu podestà dal 13 marzo 1934 al 31 dicembre 1938, ereditando la guida del Comune dal senatore Bombi: durante la sua permanenza a Palazzo Attems-Santacroce fu ristrutturato il castello, così come venne riqualificato il borgo attorno al maniero, duramente colpito dai bombardamenti del primo conflitto mondiale; con Pascoli fu ristrutturato anche corso Italia, con il riempimento dei fossati laterali e la realizzazione dei caratteristici controviali, che in quella circostanza vennero illuminati. Fu Pascoli a comunicare alla cittadinanza la decisione della Consulta comunale di conferire ad Amedeo duca d’Aosta la cittadinanza onoraria di Gorizia, consegnata al Savoia l’11 dicembre del 1937 in piazza Vittoria.
Presidente della Cassa di risparmio di Gorizia, il podestà fu anche vicepresidente della Filologica friulana, nonchè membro delle commissioni italo-austriaca e italo-jugoslava per la definizione delle controversie patrimoniali per le ex province austriache. Continuò fino quasi alla morte a esercitare la professione forense, come civilista, candidandosi nel 1945 al Senato: nel 1973, al compimento del novantesimo compleanno, l’allora sindaco Pasquale De Simone decise di conferirgli una medaglia d’oro con il sigillo comunale, a testimonianza della gratitudine della città. Tre anni più tardi, nel 1976, la scomparsa. (chr.s.)
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