Vaccini anti-Covid in Fvg, Pfizer ritarda ancora le consegne Fedriga e Riccardi: «È un danno grave»

UDINE. Un altro (piccolo) intoppo si frappone tra il Friuli Venezia Giulia e il prosieguo, senza patemi, della campagna vaccinale. Pfizer-Biontech, infatti, dopo aver tagliato per questa settimana del 54% le dosi destinate alla regione, ha annunciato ieri un nuovo slittamento delle consegne.
Le 7 mila 20 dosi rimaste dopo la riduzione decisa dall’azienda americano-tedesca, infatti, dovevano arrivare nei cinque centri vaccinali del Friuli Venezia Giulia tra ieri e lunedì. Alla Regione, invece, ieri, è stato comunicato che la consegna verrà effettuata soltanto oggi. Ora, se è vero che grazie alle scorte accumulate nelle scorse settimane – pari al 30% delle fiale, come da indicazioni ministeriali – il Friuli Venezia Giulia non avrà patemi in questi giorni a garantire la seconda inoculazione a chi ha già ottenuto la prima dose, resta il fatto che questo ritardo fa aumentare nervosismo e irritazione ai piani alti di piazza Unità dove sono stati già costretti a spostare a data da destinarsi 3 mila 200 vaccinazioni originariamente in programma questa settimana e a bloccare, fino a febbraio, ulteriori prenotazioni.
«Pfizer ci ha comunicato che le nostre già ridotte consegne del vaccino previste per oggi, sono riprogrammate alla giornata di domani – ha commentato in mattinata il vicepresidente della Regione Riccardo Riccardi senza nascondere il proprio disappunto –. I flussi di consegna sono determinanti per l’andamento delle campagna vaccinale. È difficile lavorare con queste incertezze». Ancora più chiaro, e duro, in questo senso è stato Massimiliano Fedriga.
«Questo ritardo crea un danno enorme – ha attaccato –. Siamo una delle Regioni che ha organizzato meglio la campagna vaccinale senza costringere le persone in coda con il numero in mano come quando si compra il prosciutto, ma procedendo con grande velocità grazie alle agende. Questo ritardo è inaccettabile per due motivi: non è possibile che sia il fornitore, e non il cliente, a decidere la distribuzione di un prodotto e in una pandemia come questa ogni giorno diventa prezioso. Le priorità? Tutti la rivendicano, ma l’ordine di vaccinazione lo ha deciso il Parlamento. Si può modificare, però tocca al Governo farlo».
E anche se Pfizer-Biontech ha garantito la normalizzazione delle consegne a partire dalla prossima settimana, promettendo di recuperare le dosi ridotte a partire dalla metà di febbraio e comunque entro e non oltre la fine del primo trimestre dell’anno, resta il fatto che Governo e Regioni sono molto preoccupate e non per nulla, ieri sera, è andato in scena un vertice tra il commissario straordinario Domenico Arcuri e i rappresentanti degli enti locali per tracciare il quadro della situazione. Il rischio, infatti, è quello di rallentare ulteriormente la campagna di vaccinazione a partire dagli over 80.
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Tutti, in fondo, attendono che l’Ema garantisca il via libera al vaccino di AstraZeneca, ma resta il fatto che al momento il Friuli Venezia Giulia – come le altre Regioni, siamo chiari – ha a disposizione soltanto le fiale di Pfizer-Biontech e quelle di Moderna con queste ultime, però, prenotate per poche centinaia di migliaia. Il Friuli Venezia Giulia, pertanto, deve prima di tutto augurarsi che venga rispettata la consegna delle 67 mila 200 dosi di Pfizer-Biontech previste a febbraio che permetterebbero di immunizzare oltre 30 mila nuove persone.
Con un focus principale sugli over 80, cioè la categoria giudicata come prioritaria nella fase 2, che in regione rappresentano una fetta notevole di cittadinanza visto che parliamo di 108 mila persone non residenti nelle case di riposo. La Direzione Salute, inoltre, vorrebbe aggiungere le persone con esenzione a causa delle loro patologie – 243 mila – e per disabilità – 45 mila –per un totale di 396 mila cittadini. Secondo gli esperti, il raggiungimento della copertura per almeno il 60% di questa popolazione consentirebbe di mettere in relativa sicurezza il servizio sanitario. Per toccare il 60% entro aprile, però, sono necessarie almeno 25 mila dosi settimanali per gli over 80 e ulteriori 20 mila per le altre categorie interessate.
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