"Ustionata dai chirurghi": chiede i danni all’ospedale

Donna operata due anni fa all’ospedale Santa Maria degli Angeli ha avviato una causa per il risarcimento a causa di quello che ha definito un erroneo trattamento sanitario

PORDENONE. Una ustione da elettrobisturi durante un intervento chirurgico: è quanto lamenta una donna operata due anni fa all’ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone, che ha avviato una causa per il risarcimento a causa di quello che ha definito un erroneo trattamento sanitario.

La signora, residente fuori regione, ha attivato la procedura di mediazione come previsto dalla legge, a cui l’Azienda sanitaria 5 ha aderito costituendosi con l’avvocato Vittorina Colò.

I fatti si sono svolti nel 2013 quando la donna si è sottoposta a un intervento ginecologico all’ospedale cittadino e, a suo dire, avrebbe riportato una ustione da elettrobisturi. Fatto che secondo l’accusa si sarebbe verificato nel corso dell’intervento. Di qui la chiamata in causa dell’ospedale per ottenere un risarcimento.

Differente la posizione dell’ospedale e dei medici che l’hanno avuta in cura, secondo i quali dalla documentazione sanitaria non risulta che la paziente abbia riportato alcuna ustione nel corso dell’intervento a causa dell’elettrobisturi. La richiesta danni è compresa tra 26 e 52 mila euro.

Come previsto prima di arrivare in tribunale davanti al giudice, ci sarà un tentativo di mediazione all’organismo di mediazione forense di Pordenone a cui la donna si è rivolta.

Trattandosi di controversia con una richiesta di risarcimento inferiore ai 500 mila euro, la competenza è dell’ente per la gestione accentrata dei servizi condivisi che, in caso si soccombenza, si farà carico delle spese di risarcimento.

L’elettrobisturi viene utilizzato in sala operatoria per ovviare ai problemi di fuoriuscita del sangue dovuta alla recisione di vasi sanguigni o di capillari.

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