Urologia, tecniche all’avanguardia

Il reparto pordenonese punto di riferimento nazionale. Viene trattata anche la calcolosi infantile

Il reparto di Urologia dell’ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone si conferma, per numeri e risultati, punto di riferimento nazionale per il trattamento endoscopico mini-invasivo della calcolosi renale e ureterale. Mercoledì un gruppo di urologi provenienti dalla città di Minsk, in Bielorussia, sarà ospite del reparto diretto dal dottor Antonio Garbeglio, per osservare e conoscere le tecniche moderne utilizzate dall’équipe medica. Il centro pordenonese è diventato anche punto di attrazione regionale grazie a un’équipe medica altamente specializzata nelle più moderne tecniche della chirurgia endoscopica renale, in grado di effettuare interventi mini-invasivi con l’utilizzo di strumentazioni sofisticate: ogni anno sono circa 300 gli interventi realizzati con queste tecniche.

Pratiche mediche che consentono di giungere al rene e all’uretere e di effettuare interventi terapeutici mediante strumenti introdotti o dal fianco (nefroscopio) o per via endoscopica attraverso il meato urinario (ureteroscopio) e che presentano indubbi vantaggi rispetto alla chirurgia tradizionale: consentono una più rapida guarigione delle ferite, meno giorni di degenza in ospedale e consistente riduzione della spesa sanitaria. La calcolosi è una delle condizioni patologiche che più frequentemente affliggono l’apparato urinario: interessa circa il 10 per cento della popolazione maschile e il 5 per cento di quella femminile. L’età con maggiore incidenza è quella compresa tra i 30 e i 50 anni. Il sintomo principale della calcolosi è la colica, un dolore acuto e molto intenso associato a nausea, vomito e malessere generale.

Nel reparto si curano anche i bambini. «Oltre alla calcolosi degli adulti, nel nostro reparto trattiamo anche quella infantile – afferma il dottor Daniele Maruzzi – che interessa i bambini in due casi su 100. L’intervento consente di ridurre il rischio di danni ai reni e abbrevia di oltre il 50 per cento il ricovero. La metodica è denominata Mini-Perc: attraverso un foro millimetrico nel fianco, il chirurgo introduce uno strumento molto sottile al cui interno scorre una fibra ottica, cioè un laser, che una volta raggiunto il calcolo lo frantuma. In altri casi il trattamento può essere eseguito per via retrograda, introducendo dall’uretra uno strumento flessibile di appena 3 millimetri di diametro». (d.s.)

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