Un’ora di sciopero alla Modine: interinali esclusi dal tavolo unitario
Adesione oltre l’80% sui primi due turni. Il sindacato chiede all’azienda di «tornare sui suoi passi»

POCENIA. Un’ora di sciopero a sorpresa per rivendicare la presenza dei lavoratori interinali a un tavolo unitario di trattativa con l’azienda. A incrociare le braccia sono stati i dipendenti di Modine, azienda produttrice di batterie di refrigerazione che in Friuli conta su due stabilimenti, uno a Pocenia, l’altro ad Amaro, dove occupa complessivamente circa 700 persone.
Settanta con contratti di somministrazione. Ed è proprio per difendere i diritti di rappresentanza di queste ultime, escluse dal tavolo di trattiva convocato per lo scorso lunedì e poi saltato per l’indisponibilità dell’impresa a farli sedere allo stesso tavolo dei colleghi “diretti”, che ieri a larga maggioranza i dipendenti di Modine hanno deciso di dar corpo alla protesta, con tanto di presidio fuori dai due stabilimenti produttivi.
«L’azienda – spiega David Bassi, segretario di Fiom Cgil Udine, presente al presidio insieme al collega Michele Porcaro di Fim Cisl – non vuole riconoscere la rappresentanza dei lavoratori interinali a un tavolo unitario. Legalmente può farlo, ma è un pessimo segnale. È come dividere gli occupati tra lavoratori di serie A e B. Non ci stiamo».
E non ci stanno le maestranze che, sui primi due turni di lavoro, hanno aderito allo sciopero a larghissima maggioranza. «L’adesione è vicina al 90% – hanno fatto sapere i segretari regionali delle categoria dei lavoratori interinali, Nicola Dal Magro di Nidil Cgil e Tommaso Billiani di Felsa Cisl –. Tanta solidarietà tra colleghi non era scontata e questo dimostra come i lavoratori somministrati non siano un’altra categoria. L’adesione allo sciopero rappresenta un mandato chiaro da parte dei lavoratori e cioè che le delegazioni sindacali devono essere unitarie».
Stando a quanto riferito dai sindacati invece l’azienda si sarebbe detta disponibile a incontrarle separatamente gli interinali. Una proposta irricevibile per le parti sociali: «Chiediamo che i delegati, compresi i due neoeletti rappresentanti dei lavoratori somministrati, siedano tutti allo stesso tavolo di trattativa – ribadiscono Billiani e Dal Magro –, salvo non vi siano argomenti che non li investono direttamente». Non è il caso, salvo per il punto relativo ai Par (permessi annui retribuiti), dell’ordine del giorno del tavolo saltato lunedì: «Si sarebbe dovuto parlare infatti in particolare dell’aggiornamento del premio di risultato ed esaminare eventuali chiusure legate alla cassa integrazione – chiosano i due segretari – , entrambi argomenti che riguardano tutti i lavoratori, interinali compresi».
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto