Undici “bravissimi” all’educandato Uccellis In due centrano la lode

Terminati gli esami di maturità, è tempo di bilanci e statistiche anche all’educandato statale Uccellis. Nella scuola udinese sono stati infatti ben undici gli studenti a congedarsi dalla prova di fine anno con una votazione di cento centesimi. In due casi è stata attribuita anche la lode, ciliegina sulla torta di un successo sudato ma più che mai meritato.
Ad aggiudicarsi la palma di classe più titolata del liceo classico europeo è stata la sezione D, con numeri ed eccellenze davvero da record: hanno raggiunto il voto a tre cifre Arianna Azzano, Irene Breda, Martina Gherlinzoni, Elisa Lunardelli e Fabio Szoke. A conseguire il massimo sul tabellone dei risultati anche Margherita Calzavara e Alessio Monino, entrambi della sezione A, Beatrice Blanes e Alice Imperatori (con lode) della classe 5B, Lisa Klauss e Giacomo Ieronutti della 5E (anche quest’ultimo con lode).
Un traguardo importante che ha messo alla prova i giovani dell’Uccellis assieme agli altri quattromila studenti di classe quinta della provincia di Udine, una sfida che di generazione in generazione rappresenta un punto di snodo fondamentale per il percorso di maturità personale. E l’annata appena archiviata non passerà solo alla storia perché i ragazzi esaminati erano tutti appartenenti alla classe 1999 (ricordando i coetanei che cento anni prima furono chiamati a combattere durante il primo conflitto mondiale), e nemmeno perché dal prossimo anno cambierà il millennio dei maturandi.
Ma i ragazzi che sono “maturati” quest’anno verranno anche ricordati come gli ultimi a sostenere l’esame di Stato con modalità destinate ad andare in pensione a partire dal prossimo anno. Ad attendere i ragazzi del 2000, dunque, ci saranno “solo” due scritti e una prova orale. Una scelta non irrilevante visto l’alone di preoccupazione che da sempre circonda il famigerato “quizzone”, con quattro materie da affrontare in tre ore, ma che al tempo stesso non risparmierà i prossimi temerari da quella giusta dose di agitazione che, in fin dei conti, è la molla per affrontare al meglio la prima vera prova della propria vita. —
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