Unabomber, parla Zornitta: “Quel poliziotto mi trasformò in un mostro”

“Da oggi sono molto più sereno”: per anni accusato di essere il bombarolo del Nord Est commenta la condanna dell'agente che lo incastrò con un prova rivelatasi manipolata. “Ora farò causa allo Stato”

PORDENONE. «Da oggi sono molto più sereno» e di quegli anni nei quali è stato lui Unabomber rimane «un ricordo penoso. Ero diventato il mostro e la mia famiglia viveva con il mostro. Un'esperienza che mi ha toccato mentalmente, socialmente, economicamente: ho perso anche il lavoro da dirigente. Oggi faccio praticamente l'impiegato e guadagno molto meno».

Lo dice Elvo Zornitta, per anni accusato di essere il bombarolo del Nord est, ora parla dopo che la Cassazione mercoledì ha condannato l'agente che lo incastrò con un prova rivelatasi manipolata.

Zornitta spiega: «il mio avvocato, Maurizio Paniz, che ringrazio, farà causa allo Stato per responsabilità organica del funzionario. Ma la vedo molto complicata».

Secondo Zornitta puntarono su di lui «forse perchè avevano bisogno di un colpevole: c'era troppa pressione mediatica, un pool di quaranta persone che indagavano e gli attentati sempre più frequenti. Dovevano dare una risposta rapida».

Al posto degli inquirenti, dice oggi, «avrei forse deciso anch'io una perquisizione» e «avrei anche messo una pattuglia a seguirmi» ma «poi mi sarei fermato perchè avrei capito che Zornitta non poteva costruire quelle trappole da meccanico imbranato».

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