Una squadra affiatata tutta al femminile, così il make up friulano conquista la Cina

L’azienda Cosmeceutics di Tavagnacco ha realizzato prodotti di bellezza privi di ingredienti dannosi per la pelle 

TAVAGNACCO. Donne senza paura, donne alla conquista dell’Asia, donne che, per le donne, si sono addentrate nel mondo della cosmeceutica, la scienza che si occupa della formulazione di cosmetici con benefici simili a farmaci, e hanno creato soluzioni di bellezza innovative e ripulite da ingredienti dannosi per la pelle.

Lavorano a Feletto Umberto e si fanno largo anche nell’enorme, e più che mai esigente, mercato asiatico. Sta conquistando la Cina, Cosmeceutics srl, azienda profondamente rosa (nonostante lo zampino di un uomo) che si occupa di ricerca e formulazione di prodotti basati su principi attivi che migliorano il lavoro degli operatori dell’estetica professionale. Il Paese più popoloso del mondo si è innamorato del made in Friuli, in particolare di SurgicTouch, una linea di prodotti per viso e corpo che mette insieme cosmesi e medicina e che lavora sull’antiaging. Ed è proprio dalla vendita di questi cosmoceutici che deriva un’importante fetta di fatturato dell’azienda friulana, che nel 2019 ha superato il milione di euro.

Tutto comincia nel 2007. «In un mercato che per esigenze commerciali non era in grado di offrire prodotti di comprovata efficacia, Nicola Pittoni, dermochirurgo estetico udinese, ha avuto l’idea di formulare cosmetici osservando le linee guida della dermocosmetologia – spiega la general manager Elena Nassimbeni, di Tarvisio, che con il dottor Pittoni ha fondato l’azienda –. Lui ha messo le capacità mediche, io quelle manageriali: avere un team tutto al femminile ci permette di raggiungere e capire il cliente con maggiore facilità»

. Sono sette le donne che lavorano per lanciare il brand. Ora una parte della squadra è volata in Cina per raggiungere il partner e per partecipare a Cosmoprof Asia, evento di riferimento per aziende e operatori nel continente asiatico. «Ci siamo fatti conoscere alcuni anni fa durante quell’evento – aggiunge Nassimbeni –. Nonostante le difficoltà di certificazione dei prodotti, burocratiche e legate ai costi, oggi la vendita della linea è cresciuta sensibilmente in Cina: ci stanno scegliendo perché vedono i risultati».

Professionisti del settore comprano i prodotti e fanno formazione con l’azienda. «Gli italiani ancora non ci fanno troppo caso, mentre loro sono molto attenti al prodotto, che pretendono sia davvero pulito dal punto di vista chimico – riferisce Nassimbeni –. Vogliono anche che le specifiche tecniche scientifiche sul packaging restino nella nostra lingua, proprio per dimostrare la provenienza “sicura” di quella crema o di quel siero: il made in Italy significa qualità».

E se il mercato italiano si concentra su centri estetici, centri di medicina estetica e farmacie del Nord Italia, principalmente in Lombardia e Veneto, l’azienda sta mettendo i ferri in acqua per farsi conoscere anche in ambito europeo. «Lo chiamiamo processo di internazionalizzazione – conclude la general manager –: siamo presenti anche in Svizzera, Austria, Finlandia e stiamo trattando per la Polonia».

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