Una nuova vita dopo ventun anni di stop

L’estrazione di piombo e zinco, iniziata 800 anni prima di Cristo, interrotta nel 1991: non rendeva più

TARVISIO

La miniera di Cave del Predil è stata chiusa definitivamente nel giugno 1991. A nulla valse la clamorosa protesta attuata dai minatori a febbraio, quando 55 di loro occuparono la miniera a una profondità di 500 metri, facendo conoscere al mondo il dramma di un paese. Il ruolo strategico avuto nei tempi dalla Miniera di Raibl lo si deduce anche dall’insistenza con cui il governo italiano ha agito, in occasione della stipula del trattato di San Germano, al termine della Grande Guerra, per ottenere il territorio carinziano della Valcanale e del comune di Weissenfels.

La miniera, nota per l’estrazione dei solfurei di minerali importanti come il piombo e lo zinco, dunque, dal 1919, è passata dall’amministrazione austriaca, che perdurava dal 1772 (tranne il breve periodo del dominio francese del 1800), a quella italiana. L’attività estrattiva, stando alla leggenda, risale a 800 anni avanti Cristo e si narra anche che verso i 200 a.C, comparvero i primi minatori, i nani veneti impiegati dai romani per scavare nei cunicoli. Le tappe, sostanziali, della miniera: dal 1007 è amministrata dal Vescovado di Bamberga; nel 1320 conosce la gestione di un consorzio di minatori su concessione del re Federico Il Bello e nel 1456 passa all’imprenditore Osvaldo Rabel o Rabl da cui sembra aver preso il nome la località (Raibl). Dal 1550 al 1800 circa la miniera è gestita dalla famiglia austriaca Rechbach cui va il merito della costituzione della Bruderlade, una sorta di cassa di previdenza dei minatori. La prima modernizzazione nel 1898 con l’entrata in funzione della prima centrale idroelettrica che porta l’illuminazione elettrica in paese. Altre date significative: nel 1905 viene aperta, a meno 240 metri, la galleria di Bretto che raggiunge il territorio sloveno; l’8 gennaio del 1910, sprofonda l’ospedale con sette persone che perdono la vita. Nel 1923 è data in gestione alla Società Anonima Miniere Cave del Predil di cui è presidente l’ing. Bernardino Nogara che rinnova gli impianti e sviluppa le centrali idroelettriche. Nel 1932, l’ing Giovanni Nogara subentra al padre. Dopo la guerra, nel 1947, in seguito ai nuovi confini fra Italia e Jugoslavia, viene istituito un posto di frontiera nella galleria di Bretto. Nel 1953 comincia il periodo di crisi fatale. Nel 1956 i francesi della Pertusola entrano nella società di gestione, mentre l’ing Nogara lascia la dirigenza. Nel 1963 l’Azienda Mineraria Metallurgica Italiana Spa, subentra alla Pertusola che fin dall’inizio aveva “tagliato” 120 posti di lavoro. La Regione Friuli Venezia Giulia diviene proprietaria nel 1965 e concede la proroga della gestione della miniera all’Ammi. Quindi, nel giugno 1991, la chiusura definitiva.

Giancarlo Martina

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto