Una nuova sperimentazione per curare il cancro al seno

Una nuova terapia per sconfiggere il cancro al seno basata sull’uso degli anticorpi. È appena partito al Dipartimento di Oncologia dell’Azienda sanitaria universitaria integrata di Udine, sotto la direzione del dottor Gianpiero Fasola, lo studio internazionale APTneo che permette di utilizzare l’anticorpo anti-Pdl1 Atezolizumab per il trattamento iniziale di donne con carcinoma mammario Her2 positivo ad alto rischio di ricaduta.
Il protocollo di ricerca inizia la cura antitumorale prima della chirurgia, anche per ottenere una riduzione delle dimensioni del tumore e aumentare la probabilità di un intervento conservativo, e si completa dopo l’intervento per eliminare la malattia microscopica sistemica residua. Sono già state reclutate le prime due pazienti che verranno sottoposte alla cura basata anche sull’immunoterapia, ovvero sull’utilizzo di farmaci che restaurano e potenziano le difese immunitarie contro le cellule tumorali.
«L’approccio terapeutico multidisciplinare nel cancro della mammella è prassi consolidata da oltre 25 anni all’ospedale di Udine – afferma il dottor Mauro Mansutti, responsabile locale del progetto APTneo e coordinatore del Gruppo di patologia mammaria del Dipartimento di Oncologia –. Un metodo di lavoro che insieme alle collaborazioni che la nostra Oncologia ha con gruppi di ricerca nazionali ed esteri, ha permesso di offrire alle pazienti affette da carcinoma mammario in regione un approccio in linea con quello delle migliori istituzioni scientifiche internazionali. La propensione all’innovazione e alla ricerca stanno producendo un costante miglioramento dei risultati sia in termini di maggiore efficacia che di riduzione degli effetti collaterali delle cure».
«Le cellule tumorali – spiega la dottoressa Stefania Russo – adottano strategie di mimetismo per non farsi riconoscere dal nostro sistema immunitario e usano segnali molecolari per spegnere la difesa antitumorale che il nostro organismo ha sviluppato nel corso dell’evoluzione. —
A.C.
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto