Una dirigente scolastica: "Da Udine ad Arta mi divido in tre"

Rossella Rizzatto, del liceo artistico Sello, opera anche in altri due istituti È un caso raro in Italia. «Essenziale il rapporto con i colleghi»

UDINE. In Friuli Venezia Giulia c’è un caso più unico che raro a livello nazionale: una dirigente chiamata dall’Ufficio scolastico regionale a gestire tre istituti scolastici. È Rossella Rizzatto, preside del liceo artistico Sello di Udine e reggente nei Compresivi di Paluzza e Arta Terme.

Preside Rizzatto, come mai è stata chiamata a dirigere tre istituti?

«Per opportunità gestionale. Oltre al liceo artistico Sello, che è la sede del mio incarico principale, sono già stata dirigente degli altri due istituti comprensivi della Carnia, anche contemporaneamente, e dunque ne conosco le dinamiche relazionali e la progettualità».

Come riesce a barcamenarsi fra tanti impegni, assicurando qualità a tutti?

«Gli istituti in reggenza soffrono più degli altri della mancanza di presenza, cui cerco di sopperire attraverso la continua reperibilità. L’uso della tecnologia supporta poi l’aspetto ordinario, mentre le conference sono per me un necessario strumento gestionale per gli incontri non significativi. Cerco di ottimizzare il tempo delle riunioni degli staff organizzando tavoli comuni tra le scuole, questa modalità è risultata particolarmente efficace e produttiva sia per la gestione operativa, sia per le progettualità e, soprattutto, per il confronto delle esperienze».

Qual è l’aspetto più penalizzato?

«La partecipazione: ogni dirigente gestisce mediamente mille alunni, 130 dipendenti e quattro edifici. Raddoppiare questi numeri significa gestire una medio-grande azienda, senza però gli strumenti per poterlo fare».

Quanti chilometri percorre ogni settimana?

«Tanti. Se da un lato, la mobilità, oggi, è parte del sistema lavorativo attuale a tutti i livelli, gli spostamenti rendono più faticosi gli investimenti personali, già messi a dura prova dall’accelerazione dei cambiamenti della società e dalle normative che attribuiscono alla scuola continue responsabilità».

Il prossimo anno non sono previste iniezioni di nuovi dirigenti, dovrà fare il bis?

«Probabilmente, come la maggior parte dei miei colleghi».

In questa situazione il rapporto con i collaboratori è fondamentale. Sbaglio?

«La scuola è il luogo principe in cui si sviluppano e valorizzano le risorse umane a tutti i livelli. Quello che maggiormente conta è poter fare affidamento su persone valide, professionali e disposte a mettersi in gioco per raggiungere i fini istituzionali. Gli staff sono composti dalle varie anime che rappresentano le identità di ogni singola scuola che dirigo al fine di sviluppare la cura del servizio scolastico. Ogni giorno mi insegnano qualcosa di nuovo e hanno una gran pazienza con me».

Deve riuscire a inquadrare le persone e gli argomenti al primo sguardo, come ci riesce?

«Una continua osservazione, copiando le buone prassi degli altri, un allenamento continuo all’empatia. La legge 107, cosiddetta “Buona scuola”, ha ridefinito i già numerosi compiti connessi con il ruolo per farlo “datore di lavoro” e, dunque, responsabile della salute e sicurezza delle persone».
 

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