Una delegazione di cosacchi in visita al museo di Timau
PALUZZA. Come da tradizione, nei primi giugno sono giunti a Timau, ospiti del Museo della grande guerra, diversi cosacchi residenti a Stoccarda, in Germania, figli o nipoti di quei cosacchi che a...
PALUZZA. Come da tradizione, nei primi giugno sono giunti a Timau, ospiti del Museo della grande guerra, diversi cosacchi residenti a Stoccarda, in Germania, figli o nipoti di quei cosacchi che a seguito dei nazisti di Hitler nel 1944/45 occuparono la Carnia. Fra questi, anche un coro che si è esibito indossando il classico costume. Una prima esibizione si è tenuta nella chiesa di Cristo Re, tempio che è stato costruito dalla gente di Timau grazie a un lascito di un milione di lire dal comando tedesco per la carità dimostrata dai residenti nei confronti della povera gente che era costretta a rientrare nei Paesi d’origine. La ritirata si svolse nel maggio 1945, i cosacchi dovevano consegnarsi alle truppe inglesi che si trovavano nella vicina Carinzia e nel Titolo. Dopo il raduno a Lienz, i cosacchi si videro costretti a consegnarsi alle truppe sovietiche, ma molti a questo preferirono il suicidio. Nella chiesa dopo l’esibizione del coro è stata officiata una messa da don Tarcisio Puntel. In corteo i cosacchi e i valligiani si sono recati nel vicino museo dove ad attenderli c’era la presidente della struttura, Barbara Carnelutti con il direttore Olinto Unfer che hanno ringraziato i convenuti e il parroco del paese.
(g.g.)
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