Un video per raccontare i due giorni da dispersi

Dispersi in montagna a Ferragosto: il ricordo della loro disavventura adesso finisce su Youtube. E così i due giorni all’addiaccio per tre ragazzi di 24 anni diventano un “filmino ricordo” con tanto di musica in sottofondo, immagini dei quotidiani che hanno riportato la notizia e un lungo servizio al tg3 regionale. L’idea è stata di uno dei tre, Matteo Cervesato, di Cordenons. «L’ho fatto perché in molti mi hanno chiesto cos’è successo, così ognuno può chiarirsi le idee».
Il video. Lunedì la pubblicazione su Youtube (e immediato rilancio sui social network) del resoconto dell’esperienza vissuta dai tre ragazzi, Matteo Cervesato, Tiziano Mele e Andrea Giacomin, nelle montagne tra Andreis e Tramonti. Il titolo “Avventura in Valcellina” proietta subito al contenuto del filmato che comincia con “14-15-16 agosto 2014: da Andreis a Claut... no ad Andreis”. Il perché è presto detto: l’itinerario che i tre avevano studiato partendo da Andreis per raggiungere Claut era interrotto da una frana. Quindi la loro decisione di rientrare. Il percorso è ben documentato: Andreis, forcella Navalesc (notte), forcella Giaveid (decisione di tornare indietro), Val Molassa (notte), Andreis. Protagonisti: Giacomo, Matteo, Tiz. E poi le immagini dei ritagli di giornale e il servizio del tg3. «Il video l’ho fatto perché diverse persone mi hanno chiesto come stiamo e cosa ci è successo – racconta Cervesato –. Per non ripetere all’infinito l’accaduto ho pensato fosse meglio raccogliere tutto in un video». In conclusione, il video riporta un’ultima frase: “Tutto bene alla fine, tutti sani. Ci scusiamo per la paura provocata a fidanzate, amici e famiglie”. «Rimane in questo modo anche il ricordo dell’esperienza», afferma.
I soccorsi. I tre escursionisti avevano dato appuntamento a Claut al gruppo del campo scuola della parrocchia di San Pietro di Sclavons. Li attendeva anche la fidanzata di Matteo. Avevano assicurato che, partiti da Andreis il 14, sarebbero arrivati a Claut nella serata di Ferragosto. Non vedendoli arrivare, ragazzi e sacerdote si sono preoccupati e hanno chiamato i genitori dei tre, attivando anche il soccorso alpino. «I cellulari non prendevano – spiega Cervesato –, però arrivati a forcella Ciaveid campo ce n’era. Avremmo potuto tranquillizzare tutti. Ma le batterie si scaricavano presto e non volevamo rimanere senza telefono qualora ci fosse successo qualcosa. Con il senno di poi quell’sms l’avrei potuto inviare».
I sentieri. «Devo dire che se tra Claut e Cimolais i sentieri sono ben curati, tra Andreis e Tramonti così non è». Secondo Cervesato, la scarsa manutenzione e la segnaletica insufficiente sono state le cause principali della loro disavventura. Prima di partire, era stato interpellato un esperto del Cai. Insomma, arrivati a forcella Giaveid la strada non esisteva più, il sentiero era stato fagocitato da una frana. E nel rientrare hanno preferito scendere per la Molassa. Ma anche qui i segnali erano tutt’altro che chiari e quindi la decisione di seguire il torrente. «E’ stata una scelta azzeccata – afferma Cervesato – così l’elicottero che è venuto a recuperarci ci ha visto subito: avevo capito che era lì per noi, che qualcuno si era preoccupato, e quindi mi sono sbracciato e ci hanno notato».
I commenti. Il video è stato postato su Facebook sia dall’autore sia nel gruppo “Sei di Cordenons se...”. Una valanga di commenti, uno tra questi riguarda la questione dei costi. «Mi dicono che in Friuli Venezia Giulia i soccorsi non si pagano, invece in Veneto e in Austria sì», riferisce Cervesato. Da quanto riferisce il soccorso alpino, il servizio è gratuito se si tratta di interventi sanitari o di ricerca a piedi, mentre qualora si usufruisse dell’intervento dell’elicottero potrebbe essere richiesto il rimborso. I soci Cai hanno un’assicurazione che copre spese sino a 15 mila euro. «A noi non è stato riferito nulla circa i rimborsi, staremo a vedere», conclude Cervesato.
Laura Venerus
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