Un viaggio alla scoperta delle malghe, le storie dei "resistenti" delle nostre montagne

Il libro di Nicolò Giraldi sarà presentato mercoledì 11 in un evento riservato ai membri della Community NoiMv

UDINE. Ci sono storie che raccontano di sacrificio e di duro lavoro. Di chi, ogni giorno, non si rassegna. Lassù, tra le montagne. Storie dei malgari. «Sono loro il modello di resistenza a cui dovremmo affidare le sorti della montagna» scrive Nicolò Giraldi autore del libro “Andar per malghe in Friuli Venezia Giulia”. Loro, punto di riferimento da cui partire per compiere una giusta rivoluzione che parla di tradizione e della trasmissione della cultura della malgada padre a figlio .
 

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Il libro

Il volume sarà presentato in un incontro organizzato solo per i membri della Community Noi Mv dal Messaggero Veneto, dall'assessorato alle risorse agroalimentari e forestali del Fvg e dall’Ersa, Agenzia regionale per lo sviluppo rurale, in programma mercoledì 11 luglio, alle 17.30, a villa Giacomelli a Pradamano (le iscrizioni si possono effettuare gratuitamente sul sito internet del Messaggero Veneto).

All’incontro saranno presenti, assieme all’autore Giraldi, l’assessore regionale alle risorse agroalimentari e forestali Stefano Zannier, il direttore del Messaggero Veneto Omar Monestier, l’esperto malghivo Alberto Pischiutti e i rappresentanti dell’Ersa. Al termine ci sarà una dimostrazione sulla lavorazione del formaggio con una degustazione arricchita dalla collaborazione con il Consorzio per la tutela del formaggio Montasio.

Un viaggio nelle nostre malghe

Non una semplice guida. Ma un viaggio che si snoda dalla zona di Sarone alla Carnia passando attraverso il Parco delle Prealpi Giulie fino al Tarvisiano. Ventidue le tappe. In ogni malga ci sono incontri e paesaggi da descrivere, c’è la vita, la natura, volti di chi questi posti non li abbandonerà mai. A Malga Tuglia Giraldi incontra Michele Zanetti. «Sono più di cinque anno che sono qui e se non muoio prima vorrei continuare a fare il malghese per tutta la vita» gli rivela.

Per poi aggiungere: «La mia vita è qui, tra questi monti». L’autore percorre strade e sentieri, si immerge in questi luoghi che mantengono un loro fascino intatto, «dove le cose vanno chiamate sempre con il loro nome», accompagna passo dopo passo chi qui ci vive e ci lavora.

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Il nostro patrimonio

Un patrimonio da valorizzare. Di questo ne è convinto anche l’assessore Zannier.«Andando per malghe – scrive nella prefazione – si sperimentano piacevoli emozioni, incrociando una varietà di ambienti che permettono l’osservazione di diverse specie faunistiche, floreali e arboree». A Malga Zermula il gestore Massimo Sgardello racconta di un viaggiatore che arrivò qui, a Paularo, in bicicletta dalla Gran Bretagna.


«È rimasto un po’ e aiutava una delle mie figlie con l’inglese. Ha imparato più con lui in quei giorni che in un anno di scuola». «È nuovamente – scrive Giraldi – il fotogramma della malga, capace di modellare i comportamenti e di restituire autenticità alle nostre anime che spesso, a causa di quest'aria cittadina, si ammalano». 

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