«Un prestito non onorato e siamo finiti in miseria»

Nicoletta Cucca racconta la sua storia: lavoro come cuoca per pagare l’affitto Marito disoccupato, 4 figli, versa 400 euro ogni mese. «Ma sono ottimista»

SACILE. Marito disoccupato da un anno, quattro figli – dai 4 a 13 anni – e un affitto di 400 euro da pagare: Nicoletta Cucca non perde il sorriso e tiene botta. La vita a Sacile va avanti, con la speranza di trovare lavoro e di dare una spallata alla crisi. A 40 anni ci ha fatto il callo, alla sfortuna.

«Ci ha buttato a terra l’apertura di uno shop di prodotti mediterranei e sardi a Pasiano, quattro anni fa – racconta Nicoletta –. Aperto e chiuso. Ma il prestito di 20 mila euro è stato come un cappio al collo, per onorarlo. Mio marito ha perso il lavoro nel settore legno e con quattro figli, ci aiuta la Caritas con le borse spesa».

Quello che guadagna come cuoca “freelance”, Nicoletta lo investe in affitto. «Non ci sono altri margini – spiega con rassegnazione –. Da un anno siamo senza altre risorse e ci piacerebbe trovare un posto come custodi, oppure un lavoro dignitoso: mio marito è pronto a rimboccarsi le maniche. In Sardegna si è specializzato nel settore legno, ha lavorato per 16 anni nel distretto del mobile di Brugnera e non gli manca l’esperienza».

I bambini tornano da scuola allegri, curiosi e la famiglia Cucca è unita, anche in quel ghetto della povertà che l’ha intrappolata. «La crisi ci ha preso in contropiede – raccontano e dicono che non se ne vogliono tornare in Sardegna –. Dobbiamo pensare al futuro dei bambini: sono dei tesori in scala di 13, 8, 6 e 4 anni. È la nostra ricchezza. Se qualcuno vuole offrirci un lavoro, può contattarci al numero di cellulare 349 1984080».

La preoccupazione non spegne la fiducia. «I bambini tengono allegri – dice Nicoletta, che crede che le cose possono cambiare –. Un tetto sulla testa c’è e con un lavoro sicuro potremmo cambiare vita in sei». Quattro figli da crescere e un marito disoccupato sono una sfida a quell’abisso di povertà dove rischiano di scivolare con altri 9,5 milioni di italiani. Quelli contati nel Rapporto Istat 2013: scandisce numeri e una forbice sociale aperta tra ricchi che sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri.

L’esercito dei poveri a Sacile bussa allo sportello Caritas, in piazza Duomo. «Disoccupazione record e famiglie povere italiane in aumento». I numeri a bilancio moltiplicano il caso della famiglia Cucca. «Maggiori sono le difficoltà in cui vengono a trovarsi le famiglie da tempo senza lavoro e senza una prossima speranza di trovarlo – confermano Graziella e Danilo Pavan con i volontari Caritas –. Diverse famiglie straniere non si sono più presentate, perché tante sono ritornate nel Paese di origine, ma sono aumentate quelle italiane. Tra 600 amici che si rivolgono al nostro sportello».

Arrivano nuovi nuclei familiari a chiedere aiuto e le borse-spesa. I problemi da risolvere: affitti, spese condominiali, bollette Enel e del gas da pagare. «Le bollette spesso sono scadute e la famiglia è rimasta al buio e al freddo – dicono i casi più diffusi nel centro dei volontari che tamponano l’emergenza sociale –. Che cosa possiamo fare con le nostre minime disponibilità finanziarie?».

Alcune famiglie hanno lo sfratto e ci sono i casi di persone che non hanno soldi per medicine e gli esami. «I casi più penosi sono quelli dei bambini – è un’altra emergenza –. Alimentazione poco regolare e poca serenità: quella che è un diritto d’infanzia».

Chiara Benotti

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