Un pordenonese guida la missione Onu in Libano

Il generale Stefano Del Col al comando di Unifil, la forza di interposizione. Alle sue dipendenze 10 mila militari

PORDENONE. Il generale di divisione Stefano Del Col, pordenonese, è stato nominato capo della missione Unifil e comandante della forza di interposizione Onu a sud del Libano.

Lo ha annunciato Antonio Guterres, il segretario generale delle Nazioni Unite, confermando l’assunzione ufficiale dell’incarico per il 7 agosto, quando il generale Del Col riceverà le insegne dal parigrado irlandese Michael Beary nel quartiere generale di Naqoura, al confine tra Libano e Israele.

Un incarico prestigioso, che premia la vasta esperienza operativa internazionale del pordenonese, che lo ha visto in Kosovo, Libia e soprattutto in Libano. Si troverà a coordinare i contingenti di 40 nazioni e oltre 10 mila militari.

Nella terra dei cedri ci è stato due volte proprio con la missione Unifil, prima come comandante di reggimento dell’8° bersaglieri di Caserta nel 2008, quindi in qualità di comandante del Sector West a guida italiana come generale della brigata “Pinerolo” nel 2015.

Proprio in questo periodo ha lavorato molto a favore del dialogo interculturale e per lo sviluppo di progetti di cooperazione civile e militare per aiutare la popolazione locale.

A distanza di tempo non c’è ufficio di sindaco, mullah, sacerdoti delle varie confessioni o autorità dei villaggi sotto la competenza del Sector West a sud del Libano, che non esponga una foto col generale Del Col, che ha lasciato a tutti un ottimo ricordo, di cui sicuramente sarà stato tenuto conto al Palazzo di vetro di New York.

Non che sia determinante, ma di solito una nomina come quella di Force commander di Unifil tiene conto del gradimento delle parti in causa, Israele e Libano, nazione quest’ultima che dal 1958 vive in precario equilibrio politico dovuto alle molte guerre e crisi affrontate.

Unifil (United Nations interim force in Lebanon) è la missione scaturita dalla risoluzione Onu 1701 dopo la “Guerra dei 33 giorni” del 2006 per far cessare le ostilità tra Beirut e Tel Aviv, aiutare la popolazione con progetti di cooperazione civile e militare e supportare le Forze armate libanesi a riprendere il controllo del territorio, quindi della sovranità del Paese.

Questa missione è motivo d’orgoglio dell’Italia: Del Col sarà il quarto italiano dopo sei comandanti. Il primo era stato il generale Claudio Graziano, l’attuale Capo di stato maggiore della Difesa italiano; il secondo è stato Paolo Serra a cui è seguito Luciano Portolano.

Dal 2015 Dal Col ha ricoperto l’incarico di vicecapo gabinetto vicario del ministro della Difesa. Classe 1961, attualmente vive a Roma, ma quando può fa una scappata a Pordenone, dove ancora risiedono i genitori e la sorella con i nipoti.

È sposato e ha un figlio. Nel tempo libero ama leggere, andare al cinema e a teatro. Ama l’arte, soprattutto la pittura del diciasettesimo secolo. Gioca a cricket, imparato in Gran Bretagna dove ha trascorso alcuni periodi per studio e per lavoro.

Si allena nella corsa, e non potrebbe essere altrimenti per un bersagliere, che ha iniziato la carriera nel 1989 come capo plotone e di compagnia all’11 reggimento bersaglieri di Orcenico Superiore, quando il reggimento dipendeva dalla brigata Garibaldi. Ci è tornato nel 2001, quando i fanti piumati era passati alla brigata Ariete.

 

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