Un nuovo mobilificio nell’ex Mercury: pronte dieci assunzioni
Nell’ex Mercury arriva un nuovo mobilificio: Armony Cucine riaprirà il capannone in via Pradego a Fiaschetti. La storica azienda trevigiana della famiglia Santarossa di Mansuè è stata ceduta in giugno alla società Meubles&Cuisine e la “mission” degli imprenditori francesi è chiara: aumentare fatturato e produzione.
L’azienda di cucine è stata fondata nel 1976 dai fratelli Mario e Fermo Santarossa e conta oltre 70 dipendenti, con un fatturato di poco sotto a 40 milioni annui, che hanno convinto a investire sul made in Italy i manager francesi Martial Filiung e Philip Cellier. A Fiaschetti l’ex Mercury ha lavori in corso per la nuova produzione: potrebbe decollare nel primo trimestre 2019, con una decina di operai da assumere.
Lo stabilimento in via Pradego è chiuso dal 2016, dopo il trasloco della “Santarossa Contract Marine” a Pordenone: un addio all’ultima grande realtà industriale nel canevese. Il cartello “affittasi” è rimasto per mesi sul cancello del capannone, come un simbolo del processo lento di de-industrializzazione negli anni della crisi che ha aggredito il territorio. Prima il fallimento dell’ex mobilificio Mercury e poi l’azienda Santarossa nel 2009 aveva manifestato interesse sullo stabilimento per produrre il “contract marine” navale (con riparazioni, manutenzioni, costruzioni navali e fluviali).
Nel 2010 la “Santarossa group” ha depositato la sua offerta di acquisto della Mercury alla curatela fallimentare e aperto uno spiraglio di speranza per l’occupazione. Poi due anni fa la decisione è stata quella di chiudere l’azienda nel comune di Caneva e trasferire sede e operai a Pordenone: un dispiacere per il territorio e la gente della Pedemontana. Dopo 24 mesi i cancelli sono di nuovo aperti e la speranza è quella di una ripresa occupazionale per tanti senza lavoro.
Negli anni sono sparite grandi e medie realtà produttive e occupazionali nel territorio canevese: per esempio la “Karton Caneva”, azienda per lo stampaggio e l’imballaggio plastica che si è trasferita a Sacile. Poi la ditta nel settore dolciario “Faraon” è fallita, la “Decor garden” di manufatti in cemento è stata prima trasferita e poi fallita. Hanno tenuto botta alcune realtà produttive minori e soprattutto il pilastro imprenditoriale delle attività estrattive nelle cave: quelle che garantiscono un livello alto per l’export e la ricaduta sul business e occupazione locale. –
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