Un insegnante del Linussio volontario in Valle d’Aosta

CODROIPO
«L’unico modo per sconfiggere la paura è non pensarci, aiutando chi ha davvero bisogno»: è il motto di Andrea Zilli, 30 anni, insegnante all’istituto “Jacopo Linussio” di Codroipo, volontario della Protezione civile regionale e della Sas Ambulanze onlus di Fontanafredda
Ha deciso di raggiungere i colleghi che lavorano senza sosta nelle strutture maggiormente colpite dall’emergenza Covid-19. Fa parte dei volontari della task force voluta dalla presidenza del Consiglio dei ministri, di concerto con la Pc nazionale e della Sala operativa nazionale della Cri – Area emergenze.
Zilli svolgerà attività di supporto sanitario all’Usl Valle d’Aosta, regione piccola, ma con una percentuale tra le più alte sia di casi che di decessi da coronavirus (11% di tasso di letalità, quinto posto in Italia). Nel suo trolley ha sistemato con cura «la famiglia, la fidanzata Sara, il paesino San Marco e gli studenti. Tutto il resto potrei acquistarlo ovunque. Quella è la mia vita».
Zilli non è nuovo a esperienze di volontariato attivo. Ha già partecipato a missioni umanitarie, fra cui si ricorda nel luglio 2012 la sua attività di soccorso ai terremotati dell’Emilia Romagna in località Quarantoli – Campo Friuli numero 2. La durata della missione è di due settimane, autorizzata dalla dirigente scolastica Maddalena Venzo, che Zilli ringrazia.
Il suo desiderio di «sporcarsi le mani» e aiutare è grande: «Spero di essere all’altezza – afferma Zilli –. La Sala operativa nazionale ci sta facendo sentire parte di una grande famiglia, quella della Croce rossa italiana. Tutti uniti, tutti per uno, uno per tutti. Solo insieme possiamo uscire da questo tunnel».
La decisione di far parte della squadra di volontari che porta soccorso ai colleghi ormai stremati da giorni di lavoro serrato e psicologicamente devastante è maturata in fretta. «Ho temuto di provare paura dinanzi alle immagini restituite dai telegiornali e allora ho capito che dovevo andare. Servire lo Stato italiano è una scelta di vita sia da docente, sia da soccorritore».
Zilli, insegnante e volontario, è autore di numerose pubblicazioni. Rimarrà in Valle d’Aosta fino al 18 maggio, poi tornerà a casa, ma prima di riabbracciare i propri cari dovrà stare due settimane in quarantena precauzionale.
Dopo questa emergenza «dovremo cambiare le nostre abitudini. Il futuro può essere positivo, se da una società con una competizione sfrenata, come quella attuale, si arriva a una società di cooperazione».
Quindi oltre alla fiducia nella scienza e nella medicina, il professor Andrea Zilli vede la sconfitta delle pandemia anche nell’impegno solidale e in un “cambio di modalità” nella vita quotidiana e nelle scelte economiche e sociali. Detto da una persona che ha scelto di andare al fronte a combattere in prima persona il nuovo nemico globale e invisibile ha un valore aggiunto. —
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto