Un giro di "squillo" nei centri massaggi

Quattro denunce della guardia di finanza, coinvolto anche un altro centro benessere a Zoppola. Turni di 16 ore per le ragazze, identificati i clienti

PORDENONE. Quelle signorine discinte che, con fare ammiccante, affioravano dalle pagine dei giornali di annunci stavano a un semplice massaggio come un paio di pinne da sub a eleganti scarpe da matrimonio.

E’ cominciata con una semplice constatazione, corroborata dalle lamentele di alcuni residenti a Rorai, la “retata” degli uomini del nucleo mobile della compagnia della guardia di finanza di Pordenone che, agli ordini del colonnello Fulvio Bernabei e del tenente colonnello Rocco Laiola, hanno sequestrato i centri benessere “Nuova Stella” di via Cappuccini 87, in città, e “Raggio di Sole” di via Ponte Meduna 13 a Zoppola.

Quattro i denunciati, tutti cinesi, due coppie di parenti che gestivano centri in cui la concezione della parola “benessere” si era via via allargata.

Le accuse: sfruttamento della prostituzione ed evasione fiscale. Non riduzione in schiavitù unicamente per la mancanza della violenza fisica nel costringere le “impiegate di bottega” a turni da 16 ore al servizio dei clienti.

Certo, la sorpresa è stata più per gli indagati che per il popolo del web.

Di fronte all’anticipazione della notizia sul sito del Messaggero Veneto, tra centinaia di condivisioni e commenti, si leggevano concetti tipo: «Io abito a 300 metri al massimo da lì e saranno 5 anni almeno che è aperto notte e dì. E se ne sono accorti ora? Scene da film noir anni 40: uomini imbacuccati con impermeabile fino al mento e cappello in testa che scendevano da macchinoni, si guardavano bene attorno e poi si infilavano di corsa nel “centro estetico”.

Cos’era, un mal di schiena di tarda serata? Una ceretta irrinunciabile? Ma per favore...».

Infatti, non era un mal di schiena. Come dimostra il cartello “E’ responsabilità del precedente proprietario”, vergato a mano su un foglietto apparso ieri sull’uscio della sede sequestrata in via Ponte Meduna.

Non proprio una dichiarazione di innocenza.

E i clienti? Beh, quelli non sono indagabili, direte voi. Sì, ma nella vita può esserci di peggio... Tipo un incontro, a fine “massaggio”, al momento della classica sigaretta, con uno sconosciuto che si presenta con un gentile: «Buonasera, sono della guardia di finanza. Ci può seguire in caserma per parlarci delle cure dei suoi mal di schiena?».

Il turnover delle ragazze, da operaie sfruttate a schiave del sesso
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Così, per non rischiare un processo di fronte ai giudici più implacabili e meno ricusabili, mogli e fidanzate, in centinaia, di tutte le professioni (sì, anche delle più nobili, alcune tentazioni non fanno differenza di rango) non hanno esitato a raccontare cosa era accaduto davvero, dietro quelle mura.

Dalle prestazioni fra i 50 e i 120 euro a quelle signorine orientali che facevano sognare. Fino al momento del brusco risveglio.

Sperando che quelle agende con nomi e numeri di telefono non finiscano nelle mani sbagliate.

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