Un fulmine scatena il rogo: in fiamme il monte Fratte

Barcis: colpito il bosco a 1.200 metri, il vento ha “spinto” le fiamme fino a 1.700. La Forestale: la zona è impraticabile, può operare soltanto l’elicottero

BARCIS. In fiamme il monte Fratte, 1983 metri, nel massiccio del Resettum. Durante il primo temporale primaverile, lunedì sera, sopra Barcis i fulmini hanno colpito il bosco alto del Fratte, innescando un incendio che da quota 1.200 si è allargato e alzato fino a 1.700 metri. Sta bruciando una parte consistente del versante meridionale.

Le fiamme sono partite da sopra la grande grotta “Landaron del Varma”. Fin dal primo mattino di martedì 26 è scattato l’allarme incendio. Sul posto sono accorsi i forestali di Maniago e Polcenigo. Hanno dovuto constatare come, in quell’ambiente impervio, sarebbe stato alquanto pericoloso intervenire a piedi, lungo sentieri appena tratteggiati sulla carta Tabacco. Percorsi privi di segnavia, da tempo abbandonati.

Non è rimasto che affidarsi agli elicotteri della Protezione civile di Palmanova. Fin da mezzogiorno il primo elicottero ha iniziato a riempire la benna sul lago di Barcis. Impegnava quasi sei minuti per scaricare 600 litri d’acqua sulle fiamme.

Alle 14 è stato affiancato da un secondo elicottero delle Protezione civile, raddoppiando la quantità d’acqua lanciata sui roghi. Difficile, al momento, quantificare gli ettari di bosco bruciati, perlopiù faggete con vari abeti. I due elicotteri, intorno alle 16, sembravano aver avuto ragione dell’incendio.

Ma una serie di nuove raffiche di vento, hanno compromesso lo spegnimento. Le fiamme si sono allargate e alzate verso la cima del Fratte. Paolo Radura, della squadra forestale di Polcenigo, ha espresso pessimismo sulla possibilità di aver ragione delle fiamme.

«Le raffiche di vento – ha detto Radura – hanno propagato l’incendio verso la cima, allargandolo a 1.700 metri, sul versante meridionale. Gli elicotteristi hanno continuato a volare fino sera, riprenderanno le operazioni all’alba di mercoledì 27».

Purtroppo i sentieri che conducono al “Landaron del Varma” e a cima Fratte, da tempo non sono più praticati. Anche nel dopoguerra servivano a boscaioli e carbonai per procurarsi il legname. Durante i mesi della Resistenza ai nazifascisti, le pendici del Fratte ospitarono partigiani e civili barciani soprattutto nella grande grotta del “Landaron del Varma”.

L’antro, mai raggiunto dai nazifascisti, diede riparo agli abitanti di Barcis dopo che i tedeschi, il 12 agosto 1944 incendiarono 25 case del paese, fra cui quella del poeta e scrittore Giuseppe Malattia della Vallata, scatenando nuovamente la loro bestialità l’11 settembre, giorno del Dies Irae che vide l’incendio nazista di tutte le case e le stalle di Barcis. —


 

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