Un coordinamento regionale con 7 comitati pro ospedale

CIVIDALE
Ad appena un paio di settimane dalla sua costituzione, il Comitato ospedale civile Cividale (acronimo “Cocci”, nient’affatto casuale) ha già raggiunto un obiettivo, quello cioè di favorire la rinascita del coordinamento regionale fra tutti gli organismi del Friuli Venezia Giulia che si battono in difesa dei piccoli presidi sanitari e dunque dei servizi territoriali.
Sotto la regia di Franco Chiarandini, presidente di Cocci e adesso anche coordinatore pro tempore della ritrovata organizzazione collegiale – fino a quando sarà possibile promuovere un incontro e procedere formalmente alla scelta del vertice –, la nuova rete ha unito sette realtà territoriali: a quella cividalese si affiancano infatti il Comitato per la tutela della salute nelle Valli del Natisone, presieduto da Renato Osgnach, i comitati “Difesa ospedale di San Daniele”, rappresentato da Nuto Girotto, “San Michele” di Gemona (di cui è referente Claudio Polano), “La voce del silenzio” di Udine (portavoce Sabrina Colasanzio) e “Pedemontana viva”, che si batte a difesa del nosocomio di Maniago e che è presieduto da Cesare Monea; il comitato pro ospedale di Palmanova, infine, ha espresso piena solidarietà all’iniziativa tramite il referente Benito Ottomeni.
«Il nostro obiettivo – dichiara Chiarandini, parlando anche a nome dei due vicepresidenti di Cocci, Ilaria Di Lorenzo e Luca Persoglia – è fare rete, appunto, unire le forze per la tutela dei cosiddetti ospedali minori della regione. Vigileremo con grande attenzione sugli sviluppi della situazione sul piano dei servizi: quello che chiediamo con forza è il ripristino, non appena potremo considerare superata la fase dell’emergenza sanitaria, di tutte le funzioni sospese a causa della crisi Covid. Non vogliamo l’impossibile, solo il giusto, a garanzia del diritto alla salute della popolazione locale e anche nell’interesse degli ospedali più grandi, a cominciare da quello di Udine, in sovraccarico proprio per effetto delle chiusure nelle piccole realtà del territorio».
In linea il parere di Claudio Polano: «La rinascita di un coordinamento regionale – dichiara – era indispensabile per portare avanti in maniera energica l’istanza di una revisione della recente legge di riforma della sanità del Friuli Venezia Giulia, anche alla luce dei problemi spalancati dalla pandemia. Il sistema attuale si è rivelato inadeguato a sostenere un’emergenza: la rete ospedaliera va rivista».
D’accordo Nuto Girotto: «È importante – sottolinea – avviare una stretta collaborazione fra i comitati, che si battono per una causa comune. Ben venga dunque un lavoro congiunto, a protezione dei servizi sanitari».
L’unione fa la forza, chiosa Colasanzio: «Unendo più voci avremo, mi auguro, una maggiore possibilità di essere ascoltati. Ci sono tantissimi problemi da affrontare e c’è, purtroppo, una diffusa solitudine, che genera paura: la finalità del nostro comitato, e del nuovo coordinamento, è di cercare risposte concrete con cui rimediare alle criticità in essere». —
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