Un cliente tenta invano di salvarlo: «Sentivo gridare e chiedere aiuto»

La moglie di Adelfino Pacorigh (con la coperta) impietrita davanti alla casa in fiamme (Foto Petrussi)
La moglie di Adelfino Pacorigh (con la coperta) impietrita davanti alla casa in fiamme (Foto Petrussi)

Le urla, strazianti. E l’odore acre del fumo, improvvisamente pungente. Così si è materializzata la tragedia per la decina di avventori che si trovavano all’interno del bar Centro di via Roma, alle 20 di ieri sera, quando un mozzicone di sigaretta (la prima ipotesi: di più diranno le indagini coordinate dalla Procura di Udine) ha causato il rogo al piano superiore del locale, gestito da Fabrizio Pacorigh.

Il padre Adelfino, che usciva poco da casa, ha perso la vita lì, nel soggiorno dell’appartamento sopra il bar che per anni aveva gestito con la moglie Maria Rosa. Che pure ieri sera era tra i tavoli, a dare una mano al figlio, come spesso faceva. Uno dei clienti, quando ha capito, è partito in quarta sulle scale, cercando di farsi largo tra le fiamme che però ormai avevano invaso anche le altre stanze. Ha dovuto battere in ritirata, senza riuscire a salvare l’anziano.



Assistito dai medici del 118 racconta ai carabinieri di Torviscosa e Cervignano come è andata, con la tensione smascherata soltanto dagli scatti della mano che gesticola nell’aria fredda.

Maria Rosa è di fronte alla sua casa: le hanno dato una coperta e una sedia di plastica. «Non è possibile, non è possibile», ripete sotto choc. Gli occhi sono fissi sui pompieri che armeggiano per tentare di estrarre il suo Adelfino. Una beffa atroce, quella che si è consumata ieri sera in via Roma. Anticipata da un preludio sinistro, appena dieci giorni fa.

Era la sera dell’Epifania e l’anziano, addormentatosi con la sigaretta accesa, aveva mandato a fuoco lo stesso soggiorno. Fabrizio, che anche quel giorno come ieri era dietro al bancone, se n’era però accorto in tempo e aveva domato l’incendio con l’estintore, prima dell’arrivo dei pompieri. Gli operai hanno lavorato fino a martedì per ritinteggiare la stanza.

Ieri, la replica senza appello. «È una tragedia che colpisce profondamente la nostra comunità – commenta il sindaco Andrea Dri, tra i primi ad arrivare ieri sera sul posto –. Ricordo il precedente incidente, il giorno dell’Epifania: la famiglia è molto conosciuta in paese e rispettata proprio per la storica gestione del locale». Attorno a Maria Rosa c’è ora un via vai silenzioso, commosso. Fatto di parole sussurrate e mani strette. Anche monsignor Luigino Schiff, che conosceva bene Adelfino, spende parole che provano a confortare.

I vigili del fuoco lavorano a lungo per smassare quel che resta degli arredi nelle stanze e quando riescono a entrare trovano Adelfino Pacorigh seduto su una poltrona elettrica. Il silenzio è rotto solo dal rombo di una delle autoscale.

L’intero stabile è stato dichiarato inagibile dal sindaco (che stamattina firmerà l’ordinanza), mentre le indagini sono condotte dal pm Lucia Terzariol.


 

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