Un "bolide" che si è schiantato nell'Adriatico: ecco cos'era la palla di fuoco avvistata in Friuli

UDINE. C’è chi, al volante, ha accostato strabuzzando gli occhi. E chi ha tentato – nella stragrande maggioranza dei casi inutilmente – di afferrare l’immancabile smartphone. Anche in Friuli sono state migliaia le persone che, naso all’insù, hanno notato il piccolo asteroide che ha solcato attorno alle 10.35 i cieli del Nord Italia. «Ho visto chiaramente una scia chiara, seguita da un’esplosione», racconta un’udinese che si trovava a Pradamano nel momento in cui il corpo roccioso sarebbe deflagrato. In mattinata si erano rincorse anche voci che collegavano l'apparizione delle scie a un'esercitazione congiunta Slovenia-Stati Uniti sui cieli della regione.
Le segnalazioni. Proprio dalla località dell’hinterland è giunta la prima delle tante segnalazioni arrivate all’Istituto nazionale di astrofisica di Trieste. «In base alla segnalazioni potrebbe trattarsi di un bolide, un corpo roccioso al momento di dimissioni ignote, che entrato in contatto con l’atmosfera si disintegra, lasciando una scia e dando origine poi a un’esplosione finale, descritta da chi ci ha segnalato l’accaduto», spiega una delle astrofisiche dell’Inaf, Giulia Iafrate. Diverse sono state anche le chiamate al 112.
Il tuffo in mare. «È finito in mare, nell’Adriatico», conferma Daniele Gardiol, coordinatore nazionale di Prisma (Prima Rete per la Sorveglianza sistematica di Meteore e Atmosfera) dell’Istituto nazionale di astrofisica. «Abbiamo ricevuto tantissime segnalazioni amatoriali, da Trieste alle regioni dell’Italia centrale, sul sito di Prisma, con pubblicazioni di video che mostrano una scia luminosa. Noi non ci siamo ancora allertati per fare i calcoli precisi sulla traiettoria, perché ci servono ulteriori dati». «Sulla base delle immagini e dei video pubblicati, conclude, «si capisce che il bolide, cioè la scia luminosa, è stata generata da un piccolo asteroide, molto probabilmente roccioso perché è esploso», conclude Gardiol.
Questione di centimetri. «Il fatto che il fenomeno si sia reso visibile in pieno giorno fa pensare a dimensioni da vari centimetri a qualche decimetro a seconda della composizione chimica dell’oggetto, purtroppo la sua possibile caduta in mare pregiudica il recupero di frammenti e pertanto le sue proprietà fisiche si potranno desumere solo dalle testimonianze visuali e dalle riprese della rete all-sky – riferisce Paolo Corelli, presidente dell’Associazione friulana di astronomia e meteorologia che gestisce l’osservatorio di Remanzacco –. La colorazione giallo biancastra fa propendere per un meteoroide roccioso piuttosto che metallico».
Solo al termine della raccolta delle varie segnalazioni sarà possibile definire il quadro di questo evento «che rientra nella fenomenologia della cattura di oggetti celesti da parte del nostro pianeta, come quello recentemente scoperto dall osservatorio Steward, il 15 febbraio scorso, registrato come 2020CD3 e annunciato il 25 febbraio come una seconda miniluna naturale - aggiunge Corelli -. Le sue dimensioni sono nell'ordine di 1,9 a 3,5 metri di diametro e dall'analisi del suo potere riflettente sembra essere un asteroide ricco di carbonio. L'analisi della sua orbita porta a ritenere che sia stato catturato tre anni fa ma che, secondo l'astrofisico Tony Dunn, sia destinato a lasciraci il prossimo aprile a causa dell'orbita estremamente instabile su sui si muove».
E infine un appello: «Ho letto di un testimone oculare di Majano che ha descritto il colore molto intenso o giallastro, e che quindi potrebbe essere utile per avere importanti indicazioni sulla direzione dell'oggetto, il fatto che abbia visto un intenso bagliore da Maiano potrebbe significare una doppia esplosione dato che quella finale di Fano è piuttosto distante da noi. Sarebbe utile quindi se anche altri testimoni oculari potessero comunicarci le loro esperienze mandandoci una mail a afam.star@gmail.com».
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