Udinese, la società sceglie ancora il silenzio: così lo sciopero dei tifosi è a oltranza
I sostenitori mantengono la linea dura ma garantiscono la presenza a Torino, in attesa che i Pozzo sblocchino la situazione

UDINE. Hanno lanciato un messaggio chiaro domenica pomeriggio, 3 febbraio, restando zitti per tutta la durata della partita contro la Fiorentina: i tifosi friulani hanno perso la pazienza.
Un messaggio ribadito anche da uno striscione che è stato esposto fuori dallo stadio sulla salita che porta alle tribune: «Il nostro silenzio vale più di mille parole». La firma? Quella della Curva Nord, che assieme all’Auc ha deciso la scorsa settimana di proclamare questo singolare sciopero del tifo. Rispettato da tutti contro la Viola.
Udinese, contro la Fiorentina sciopero del tifo
Ma ora cosa succede? Sarà sciopero a oltranza o già domenica 10 contro il Torino ritorneranno i cori a sostegno della squadra? Quesiti al momento senza una risposta. Perché il pareggio ottenuto contro la Fiorentina non è servito a placare gli animi dei tifosi delusi, che tutto sommato non hanno chiesto risultati alla squadra, ma un incontro alla società.
Per ora un solo fatto è certo: i sostenitori friulani sugli spalti dell’Olimpico Grande Torino ci saranno, sono già stati organizzati pulmini e almeno una corriera dei sodalizi dell’Auc, cui si aggiungeranno gli ultras. Sapere oggi, però, se i supporters bianconeri faranno tifo o no è impossibile. Tutto, infatti, dipende dalla società e dalla proprietà bianconera.
I supporters friulani sono stati chiari con il comunicato congiunto fatto uscire la scorsa settimana: loro staranno zitti finché la dirigenza bianconera non accetterà di spiegare il progetto Udinese in un incontro pubblico. Ciò che attendono, quindi, i tifosi ora è che qualcuno da viale Candolini si faccia sentire in qualche modo. Per il momento, però, tutto tace.
La sensazione è che verso la metà della settimana i tifosi friulani faranno il punto della situazione per decidere come procedere, anche perché, tolta la trasferta di Torino, le prossime due gare in casa saranno fondamentali per la corsa salvezza dell’Udinese. E la squadra ha bisogno dei suoi tifosi, come i suoi tifosi hanno bisogno di sentire vicina la propria squadra.
Al Friuli, infatti, sono attese il Chievo prima e il Bologna poi: concorrenti direttissime da battere per evitare la serie B. In ogni caso, pare proprio che questa volta i tifosi non vogliano mollare di una virgola. Si sono messi, pazienti, in un angolino e aspettano fiduciosi che qualcosa si muova.
Intanto, anche nel silenzio pesante e comunque urlante di domenica, hanno voluto ribadire il concetto che li ha portati a questo gesto estremo: «Il progetto dov’è?», hanno cantato a gara finita. L’ennesima domanda per ora caduta nel vuoto, seguita dal coro ormai usuale contro Gino Pozzo, ritenuto l’unico responsabile degli ultimi anni opachi vissuti dall’Udinese.
Il braccio di ferro è iniziato, quindi, ora bisognerà verificare quanto lunga sarà la sfida, che si sta giocando, comunque, sui binari della civiltà. —
Argomenti:udinese calcio
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