Udine, via Aquileia: porfido come un proiettile

Sfondata una vetrina. Il cubetto si sarebbe staccato al passaggio di un mezzo. Le proteste di commercianti e residenti

UDINE. Cubetti di porfido come proiettili in via Aquileia: un sampietrino ha sfondato la vetrina di un negozio, facendo un buco di una quarantina di centimetri. «È almeno la terza volta che capita negli ultimi anni» riferiscono i commercianti, che tirano anche un sospiro di sollievo perché «per fortuna quella pietra non ha colpito una persona».

La brutta sorpresa, ieri mattina verso le 9, è stata per la signora Dianti, che si è ritrovata con il negozio Prima follia (siamo al civico 71) pieno di vetri. «All’inizio ho pensato a un furto notturno o a un atto vandalico e ho chiamato i carabinieri - racconta -, ma poi ho controllato e non mancava niente dagli scaffali.

È arrivata anche una pattuglia della polizia locale e tutti quanti, alla fine, hanno ipotizzato che il cubetto sia saltato al passaggio di un veicolo, tanto che mi sono stati consegnati i moduli per chiedere al Comune un risarcimento. In tal caso, una soluzione va trovata, al limite si pensi all’asfalto. Una signora non molto tempo fa è caduta per via del fondo sconnesso e si è procurata due fratture».

«È il terzo caso, in questi anni è già accaduto altre due volte - riferisce Roberto Mazzonetto, presidente dell’associazione Amici del borgo Aquileia -, e non di rado cade qualche ciclista. Io stesso sono inciampato e rovinato a terra. Di solito accostiamo i sampietrini che “saltano” al marciapiede, in attesa che li sistemino. Ma questo è il meno, il rischio è che colpiscano i passanti. Ci sono gruppi numerosi di studenti che passano e di ragazzini che vanno in oratorio. Forse la strada non sarebbe ridotta così se passassero meno autobus, di certo qualcuno potrebbe essere deviato su viale Ungheria».

Allo stesso modo la pensano anche i gestori dell’osteria Ai vecchi parrocchiani: «Almeno parte dei mezzi pubblici potrebbero percorrere la parallela viale Ungheria. Ma si può anche pensare al ripristino del vecchio tram che una volta attraversava la città e non inquinava».

«Tempo fa avevo un buco proprio di fronte alla vetrina - racconta il titolare del negozio Vita Fit - e quando pioveva e passava un bus a una certa velocità, immancabilmente l’acqua della pozzanghera finiva sulla mia vetrina. Secondo me basterebbe porre dei limiti di velocità agli autobus».

E secondo un responsabile dell’Angolo della musica anche i Suv fanno la loro parte. «Quando fanno manovra per parcheggiare - osserva - agiscono come trivelle sul porfido. E infatti, a ben guardare molte buche sono nelle aree di parcheggio e nelle immediate vicinanze».

«Gli addetti del Comune - dichiara Loris Nolgi della Casa del Plissè - vengono spesso a mettere a posto i cubetti, ma si tratta di interventi-tampone». «Se si vuole mantenere il pavè - suggerisce il signor Bertoni, dell’omonima merceria - allora forse bisognerebbe scegliere pietre molto più grandi e più stabili, come quelle che vengono utilizzate nei Paesi del Nord Europa».

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