Udine tra le città più care d’Italia, l’inflazione pesa sulle famiglie: spesa aggiuntiva annua di 478 euro

Secondo l’elaborazione dell’unione Nazionale Consumatori sui dati Istat dell’inflazione di ottobre il Friuli Venezia Giulia risulta la seconda regione più costosa della Penisola

Anna Rosso
Udine si conferma tra le città italiane dove il costo della vita pesa di più sulle famiglie
Udine si conferma tra le città italiane dove il costo della vita pesa di più sulle famiglie

 

Udine si conferma tra le città italiane dove il costo della vita pesa di più sulle famiglie. Secondo l’elaborazione dell’unione Nazionale Consumatori sui dati Istat dell’inflazione di ottobre, il capoluogo friulano si colloca al sesto posto nazionale per spesa aggiuntiva, con un aumento medio annuo pari a 478 euro per famiglia. L’inflazione dell’1,7% registrata in città colloca Udine in una fascia alta della classifica, superando non solo molte realtà del Centro-Sud, ma anche diversi capoluoghi del Nord tradizionalmente considerati più onerosi.

Questo dato non rappresenta un’eccezione locale, ma riflette una tendenza diffusa in Friuli Venezia Giulia. Ai primi posti della classifica infatti, in ottava posizione, figura anche Gorizia, che con un tasso d’inflazione analogo (1,7%) e un rincaro di 452 euro annui. Il territorio regionale mostra così un andamento dei prezzi vivace, distribuito in modo relativamente uniforme tra i principali centri: Trieste è al 17° posto, Pordenone al 35°.

Il contesto più ampio conferma il quadro: il Fvg è la seconda regione più costosa d’Italia. Con un’inflazione dell’1,6% e un aggravio annuale di 438 euro per famiglia, si colloca immediatamente dietro il Trentino Alto Adige e davanti al Veneto, delineando un Nord-Est compatto nelle prime posizioni della classifica nazionale. A livello regionale, il peso dell’inflazione supera la media italiana (1,2%), accentuando la pressione economica sulle famiglie friulane. In sintesi, la situazione di Udine non è un caso isolato ma il punto più evidente di un fenomeno diffuso: il Friuli Venezia Giulia continua a essere uno dei territori in cui il costo della vita cresce più rapidamente e l’impatto sui bilanci familiari resta tra i più significativi del Paese.

«Soprattutto per quanto riguarda i beni alimentari – osserva Erica Cuccu, presidente provinciale di Federconsumatori – ci si era accorti dei rincari. I beni energetici, gas ed energia, sono calati, almeno rispetto agli aumenti abnormi degli anni scorsi, ma la situazione non è ancora del tutto rientrata. Nessuno calo, invece, per i beni alimentari. Insomma, nonostante la flessione dei beni energetici, tutto l’alimentare è rimasto invariato. Anzi si registra un bruttissimo fenomeno per cui a prezzi identici corrispondono contenuti ridotti, per cui si consiglia sempre di guardare il prezzo al chilo».

«A settembre – sono le parole di Barbara Puschiasis di Consumatori Attivi – avevo fatto un approfondimento analizzando anche i dati di Ires Fvg – e lo spaccato che ne emergeva era proprio quello di un’inflazione preoccupante. Tra l’altro ogni anno a settembre si torna dalle ferie e si assiste a un’ulteriore impennata dei prezzi dei beni di consumo. Ci sono parametri, soprattutto relativi a beni alimentari e ristorazione, che hanno segnato incremento pazzesco, anche di oltre il 4%, rispetto all’inflazione ferma all’1,7%».

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