Udine, torna lo scontro in piazza

Forza Nuova e antifascisti si fronteggiano. Tafferugli con le forze dell’ordine
Udine 28 Settembre 2012. Manifestazione antifascista e tafferugli con la polizzia. Telefoto copyright Petrussi Foto Press / Diego Petrussi
Udine 28 Settembre 2012. Manifestazione antifascista e tafferugli con la polizzia. Telefoto copyright Petrussi Foto Press / Diego Petrussi

UDINE. È finita con gli antifascisti che cantavano Bella ciao sotto la loggia del Lionello subissando di fischi i 37 esponenti di Forza nuova che dal terrapieno di piazza Libertà scandivano i loro slogan e l’inno di Mameli armati di magafono e striscioni.

Solo la presenza di decine di poliziotti e carabinieri in assetto anti sommossa ha evitato che lo scontro verbale con cori da stadio degenerasse, ma non sono comunque mancati attimi di tensione e scontri con tanto di manganellate e lanci di sassi e lattine di birra. Per fortuna senza feriti.

Per un paio d’ore il centro storico si è trasformato in un’arena con le forze dell’ordine impegnate da un lato a scortare gli esponenti di Forza nuova e dall’altro a respingere i tentativi dei più facinorosi tra gli antifascisti di arrivare a un contatto fisico con gli “avversari”.

Lo striscione “Giovani comunisti uniamoci” esposto davanti al corteo di Forza nuova è stato infatti letto come una provocazione così come l’appello del segretario provinciale Saverio Calabrese che ha invitato la sinistra a «unirsi nella battaglia contro il debito pubblico, il signoraggio e pure l’euro». “Ora e sempre Resistenza e “Siamo tutti antifascisti” gli slogan in risposta degli esponenti di sinistra che si sono scatenati soprattutto quando i 37 esponenti di Forza nuova hanno attaccato l’aborto, l’omosessualità e gli stranieri.

Diversi gli scontri tra poliziotti e antifascisti. Prima davanti a porta Aquileia dove sono volate manganellate e anche lattine e pietre dirette ad alcuni “ritardatari” di Forza nuova che volevano raggiungere la testa del corteo che si stava organizzando in via Aquileia.

La polizia infatti non è riuscita a fermare una sessantina di antifascisti che da piazza Repubblica, dove si era svolto il presidio, ha voluto raggiungere piazzale D’Annunzio dove invece, poco prima delle 18, si stavano radunando i sostenitori di Forza nuova. Per respingere l’assalto degli antifascisti, polizia e carabinieri hanno formato un muro umano e vicino all’edicola c’è stato il primo tafferuglio.

Solo quando si sono resi conto che il cordone di forza pubblica era invalicabile gli antifascisti hanno deciso di spostarsi in piazza Libertà dove era in programma l’intervento del segretario di Forza nuova.

Partito sotto la scorta armata della polizia, il corteo si è spostato verso via Vittorio Veneto con auto e camionette ad aprire e chiudere il serpentone e agenti schierati anche sulle vie laterali temendo imboscate che non ci sono state. Il passaggio delle bandiere e degli striscioni di Forza nuova si è svolto in un clima e in un silenzio quasi surreale rotto soltanto dagli slogan scanditi nei megafoni (“Ma che governo ma che democrazia, ladri, mafiosi vi spazziamo via”, “Casa e lavoro prima agli italiani”, “Fuori l’Italia dall’Europa”, “Droga, aborto, omossessualità: è questa l’Italia che non ci va”) che non hanno lasciato indifferenti i passanti. Qualcuno non si è trattenuto e ha urlato “vergogna” ma c’è stato anche un anziano che ha gradito e ha detto: «Bravi, mandate via gli albanesi».

Solo dopo una ventina di minuti di attesa in via Vittorio Veneto, il corteo è riuscito ad arrivare in piazza Libertà che nel frattempo era stata almeno in parte liberata, anche in questo caso a colpi di manganello, dagli antifascisti. Per evitare contatti, carabinieri e polizia, coordinati anche dal questore Antonio Tozzi che ha voluto seguire di persona quanto accadeva, hanno sistemato diverse camionette come “transenne” mentre decine di uomini erano schierati armati di scudo, casco e manganelli.

Lo scontro tra le opposte fazioni si è quindi limitato a sfottò e cori da stadio con decine di antifascisti asseragliati sotto la Loggia del Lionello guardati a vista dalle forze dell’ordine che hanno poi dovuto scortare i manifestanti di Forza nuova anche sulla via del ritorno. «Tutta la settimana stiamo stati attaccati - ha detto Calabrese -, ci hanno definito estremisti armati e guerriglieri e invece la manifestazione si è svolta, da parte nostra, nella massima legalità. Forza nuova non è un mostro del passato che si risveglia, ma una forza nazionale con idee forti per contrastare la crisi. Il fascismo fa parte del passato».

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