Udine, svuotata la cassaforte a casa dell'ex capitano dell'Udinese, Calori

UDINE. La notizia li ha raggiunti al mare, dove stavano trascorrendo le ferie e da dove sono stati costretti a rientrare di gran carriera. Alessandro Calori, ex capitano dell’Udinese e allenatore di calcio dal 2005, e la sua famiglia hanno scoperto così che la loro abitazione era stata razziata dai ladri. Peggio: ribaltata e poi svaligiata.
L’ennesimo colpo grosso in città e dintorni è avvenuto nella centralissima via Cosattini, nell’appartamento in cui l’ex bianconero abita con la moglie e i figli. Quando la banda è entrata in azione, la casa era vuota già da qualche giorno.
Non è escluso, quindi, che i malviventi tenessero d’occhio da tempo il condominio e che avessero pianificato il colpo proprio confidando nell’assenza dei proprietari. Quel che è certo, comunque, è che una volta dentro si sono mossi con disinvoltura alla ricerca di quel che cercavano. E cioè della cassaforte.
Sono stati i vicini di casa, domenica, a notare che la porta della famiglia Calori era aperta e a contattarli immediatamente. Stando alla ricostruzione degli stessi vicini, il furto è stato compiuto tra venerdì e sabato.
Per entrare, direttamente dalla porta d’ingresso, i soliti ignoti si sono serviti di uno degli strumenti più classici della dotazione ladresca: il piede di porco. Semplice, ma infallibile anche di fronte a una porta blindata, come quella divelta all’allenatore.
Poi è cominciata la giostra. Non sapendo dove fosse nascosto il “tesoro”, gli intrusi hanno rovistato in due o tre punti dell’appartamento, buttando all’aria tutto quel che capitava loro a tiro. Finchè, trovata la cassaforte, hanno estratto la flex e l’hanno tagliata.
Bingo: dentro, Calori e signora avevano custodito gioielli e orologi per un valore complessivo commerciale calcolato in poco meno di centomila euro e affettivo inestimabile, trattandosi di pezzi raccolti in venticinque anni di matrimonio.
Poco, a quel punto, restava da fare: chiamato il 113, hanno atteso l’arrivo degli agenti della Squadra volante e dei colleghi della Mobile e della Scientifica, per il sopralluogo, il prelievo di eventuali impronte e l’avvio delle indagini.
Più o meno in quelle stesse ore, anche i carabinieri del Nucleo investigativo di Udine stavano rilevando il furto, non meno rilevante, messo a segno nella villa di Tricesimo del commerciante Maurizio Anzil, titolare della catena Web, svaligiata dai ladri nella serata di domenica, mentre i padroni stavano rientrando da Lignano.
Mercoledì, Calori e i suoi stavano ancora facendo ordine nel pandemonio lasciato dai ladri. «Veri e propri animali – ha detto, sconsolato, l’ex capitano –. Tornare a casa propria e trovarsela ridotta in quel modo è davvero brutto. Ora, dovremo anche aggiustare i danni che hanno fatto per entrare.
Una volta, Udine non era così: questo è il quarto furto che subisco e ad agire è gente sempre più preparata. Purtroppo, prenderli e metterli in carcere non basta, visto che quando escono tornano a fare manbassa dove e come preferiscono. E allora, bisognerà attrezzarsi e aumentare i sistemi di sicurezza».
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