Udine, si mobilita anche l’Esercito per salvare una bambina

UDINE. È intervenuto anche l’Esercito nella corsa contro il tempo per salvare la vita a una bambina udinese di tre anni che, nella notte tra giovedì e venerdì, è giunta al Santa Maria della Misericordia in condizioni critiche.
La piccola è stata trasportata a bordo di un elicottero AB205 del Quinto reggimento aviazione di Casarsa della Delizia (Pordenone) fino all’ospedale Giovanni XXIII di Bergamo, dove c’è un centro specializzato in trapianti pediatrici. Accanto a lei un’equipe sanitaria udinese formata da un medico rianimatore e un infermiere.
La paziente – che poco dopo la nascita ha subìto un trapianto di fegato proprio a Bergamo – è arrivata al pronto soccorso di Udine a causa di un malore improvviso.
Compresa immediatamente la gravità della situazione, i medici, dopo essere riusciti a stabilizzare le sue condizioni, l’hanno accolta nel reparto di terapia intensiva e si sono riservati la prognosi. Trascorse alcune ore, al termine di un consulto, è stato deciso il trasferimento a Bergamo.
Ottenute dalla Prefettura le necessarie autorizzazioni, l’ospedale di Udine ha chiesto aiuto all’Esercito che, come già accaduto in passato, ha risposto ancora una volta con prontezza e piena collaborazione.
Il velivolo con a bordo due piloti e un tecnico specializzato, come si legge in una nota del Reggimento, è decollato alle 14.30 da Casarsa. Verso le 15.30 è arrivato a Udine, dove la bambina è stata sistemata a bordo dal dottor Giovanni Serman e dall’infermiere Doriano Reggente che le sono stati accanto per tutto il viaggio, durato circa un’ora e quaranta minuti.
Una volta raggiunta la piazzola di Bergamo, l’equipe udinese ha scortato la piccola fino al reparto di Terapia intensiva pediatrica del dottor Ezio Bonanomi. Come detto, alla bimba era stato trapiantato il fegato proprio al Giovanni XXIII e ad eseguire l’intervento era stata l’equipe del dottor Michele Colledan, direttore del Dipartimento di chirurgia.
La bambina è stata poi presa in consegna dai medici bergamaschi: le sue condizioni, fino a venerdì sera, erano sempre critiche, ma stabili e il suo caso era in fase di studio.
«Per motivi organizzativi e logistici e anche per non sguarnire il soccorso regionale – ha spiegato ieri il dottor Amato De Monte, capo del Dipartimento di Anestesia e rianimazione di Udine – non è stato possibile utilizzare l’elicottero del 118.
E così si è reso necessario il coinvolgimento dell’Esercito, visto che non era pensabile un eventuale rientro notturno del nostro velivolo. Non è la prima volta che vengono utilizzate queste importanti sinergie che sono un bell’esempio di collaborazione tra società civile e mondo militare.
Era già accaduto, solo per fare un esempio recente, in occasione del 55esimo anniversario delle Frecce tricolori, quando il piano sicurezza era stato realizzato da Aviazione, Croce rossa e 118 della Regione Fvg».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto