Udine, il giorno dopo è per la conta dei danni: otto ore di pulizie per cancellare la notte di violenza
Dopo i tafferugli seguiti al corteo per la Palestina, la città torna alla normalità: danni contenuti ma restano i segni della furia in piazza Primo Maggio e via Carducci

Gli scontri e il corteo: facciamo rewind partendo dal concitato epilogo della serata che ha fatto da sfondo al discusso match fra Italia e Israele valido per le qualificazioni ai mondiali e per un posto sulle prime pagine di molti quotidiani, anche stranieri. Chiusa la marcia per la Palestina, allora, ecco alcuni facinorosi insorgere contro le forze dell’ordine nonché gli stessi organizzatori dell’iniziativa.
I segni della loro furia, slegata, ça va sans dire, dalla causa maggioritaria, spuntano qua e là in piazza Primo Maggio, il campo di battaglia, nelle ore successive ai tafferugli. Una nottata di pulizie è servita a ridare lustro al Giardino della città: lungo i marciapiedi, qualche sanpietrino svela i dettagli più crudi di una guerriglia che ha visto innocenti uscirne feriti. E poi cartelli stradali, transenne. Di sangue non ve n’è quasi traccia per quanto, è sicuro, di sangue ne sia stato versato.

Un risveglio composto
Dopo la serata più turbolenta che Udine ha vissuto negli ultimi anni, il primo sole del mattino di ieri ha restituito una città sorprendentemente intatta. A poche ore di distanza, Zardin Grant e gli altri punti interessati dalla violenza si sono presentati agli occhi dei suoi cittadini sostanzialmente in ordine, un’immagine di normalità in netto contrasto con i fumogeni e le cariche che hanno segnato la conclusione del martedì. Qualche danno, però, ha richiesto non poco sforzo per essere risolto. Davanti ai primi udinesi che si muovono verso i loro luoghi di lavoro, ad esempio, i tecnici stavano completando l’intervento sui sistemi del parcheggio interrato della piazza. Durante gli scontri, infatti, è stato danneggiato il quadro elettrico generale della struttura, «mandando fuori linea i servizi – spiega il direttore generale di Ssm, Pierluigi Pellegrini –. La nostra squadra di reperibilità ha lavorato fino a tarda notte per ripristinarlo in sicurezza e stamattina stiamo completando gli interventi. Adesso è tutto in funzione».
Notte di pulizie
Ci sono stati poi i rifiuti e gli oggetti abbandonati in strada, anche questi frutto degli animi accesi nella notte udinese. «Gli scontri – rileva Alessio Scarpa, direttore della divisione tecnica della Net – si sono conclusi intorno alle 23. Le operazioni di pulizia sono state avviate circa un’ora dopo, verso mezzanotte, e si sono protratte fino alle 8 del mattino successivo».
Otto ore di lavoro, quindi, che hanno impegnato «due spazzatrici stradali e un’unità furgonata con pianale per il recupero dei contenitori bruciati – prosegue il dirigente –. Il personale dedicato alla pulizia ha incluso circa dieci operatori: alcuni hanno operato con le spazzatrici, altri addetti sono stati dedicati alla pulizia manuale (come gli stradini), e ulteriori operatori hanno gestito il recupero dei contenitori danneggiati, in particolare in via Carducci».
Proprio quest’ultima è stata la zona che ha registrato le maggiori criticità, in quanto «il materiale bruciato e disperso ha richiesto operazioni di pulizia speciali. Gli interventi di ripristino, raccolta e pulizia sono stati completati entro il mattino successivo. Rimangono da sostituire i contenitori danneggiati: in particolare si stima la riconsegna di circa una decina di cassonetti da 240 liti ai condomini di via Carducci».
La mappa degli interventi
Le zone maggiormente critiche per la pulizia sono state quindi piazza Patriarcato, via Piave, con la presenza diffusa di rifiuti; la già citata via Carducci, dove sono stati dati alle fiamme contenitori ribaltati; e il cuore degli scontri, piazza Primo Maggio, con danneggiamenti ai contenitori e massiccia dispersione di rifiuti. «Nel resto del percorso – ad esempio Via Aquileia e piazzale Vittorio Veneto – le condizioni erano decisamente meno critiche: si registravano alcuni cestini pieni e sparse cartacce o bottiglie in plastica, ma non situazioni di rischio o danni strutturali», sottolinea Scarpa, che precisa come «i rifiuti urbani raccolti, tramite spazzatrici e manualmente, verranno trattati o smaltiti secondo le procedure ordinarie previste dal disciplinare tecnico di servizio. Relativamente, invece, al materiale combusto (come i contenitori e rifiuti urbani residui), i quantitativi stimati da avviare a smaltimento ammontano a circa 100 chili».
La città che riparte
Le “cicatrici” più vistose rimangono i graffiti sui muri, che ripercorrono strade e angoli toccati dal corteo pacifico. Un susseguirsi di scritte da “Palestina libera” a insulti verso Donald Trump e Giorgia Meloni. Segni che presto sbiadiscono nel via vai urbano, davanti alle comitive di turisti che tornano a esplorare il cuore storico della città e alle serrande dei negozi che si alzano. Nei locali che si affacciano su piazza Primo Maggio, e che durante gli scontri erano già chiusi, nessun danno è stato registrato e tutto appare ormai come un eco passato. Per strada, comunque, quanto accaduto rimane il tema principale di ogni conversazione. Come una storia che si spera di non rivivere mai più.
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto