Udine, quattro mesi senza gas: esplode la protesta degli inquilini di un palazzo

Nel condominio Oasi di via Partistagno tutto è cominciato con una perdita. Per mesi ci siamo arrangiati con fornellini da campeggio». «Ora assicurano che da lunedì cominceranno i lavori. Speriamo sia la volta buona»

UDINE. Quattro lunghi mesi senza acqua calda e gas. La vicenda riguarda sedici famiglie che abitano in via Partistagno, nel condominio Oasi, costrette dal 12 maggio a cucinare in fornelletti da campo, a munirsi di bombole e a “elemosinare una” doccia a parenti e amici.

Il freddo è alle porte, la temperatura negli appartamenti sta scendendo e non c’è la possibilità di usufruire del riscaldamento già attivo. A causare il disagio una perdita di gas scoperta casualmente.

L’amministratore del condominio spiega: «I tempi sono stati lunghi, ma fisicamente non era possibile intervenire prima. L’iter e la burocrazia in Italia non aiutano». Lunedì dovrebbero iniziare i lavori. Il condizionale è d’obbligo perché molti condomini hanno perso la fiducia.

La scoperta della perdita

Tutto ha inizio la sera del 12 maggio quando rincasando un residente si accorge di non avere le chiavi. Chiama i vigili del fuoco che arrivano in via Partistagno, nella zona di via Colugna.

Entrando i pompieri sentono un forte odore, allertano i tecnici dell’Amga e di comune accordo staccano la gran parte dei contatori dei civici 14, 16 e 18 dove è riscontrato il problema. Sedici famiglie su 21 rimangono senza gas. L’amministratore racconta di essersi «subito adoperato per capire quale fosse il problema».

E così è stato, ma dopo i primi sopralluoghi si nota che l’impianto dello stabile, che risale agli anni 70, è obsoleto e necessita di manutenzione.

Davanti alle porte d’ingresso sono ancora appesi dei volantini che risalgono a fine giugno in cui una ditta incaricata avvisa i condomini di aver ricevuto incarico dall’amministratore «per la consulenza tecnica e la progettazione dell’adeguamento degli impianti interni di distribuzione del combustibile».

Ma a quasi tre mesi di distanza da quel 27 giugno nulla è cambiato. Sono state svolte tre assemblee con i proprietari degli immobili che hanno per ora dato come unico risultato 5 preventivi per eseguire i lavori da altrettante ditte.

La rabbia dei residenti

Il problema è che gran parte di chi vi abita nelle tre scale non è proprietario, ma affittuario. Parlando con i diretti interessati, ci si accorge che molti non hanno potuto partecipare alle riunioni e le informazioni ricevute arrivano di seconda mano.

Mariagrazia Castellani per esempio è in affitto e ci racconta: «Da mesi sentivo la puzza di gas. Ho anche telefonato all’amministratore, ma senza ottenere nulla».

«Sembrava – aggiunge – che il problema si risolvesse nel giro di qualche settimana. Ci avevano anche chiesto il numero di cellulare per avere la massima reperibilità per poter intervenire. Poi mi è stato detto che avrebbe visto tutto l’amministratore e che c’erano in ballo più preventivi e che quindi bisognava aspettare. Un paio di giorni fa è arrivata una ditta per un sopralluogo, ma a oggi non ho avuto alcuna novità».

«Io mi sono arrangiata con il gas da campeggio. Tra una settimana traslocherò e quindi non sarà più un mio problema, ma ciò che è accaduto è veramente inspiegabile».

L’amministratore

Secondo l’amministratore «tutti i 21 proprietari hanno deciso di agire nello stesso modo, chiedendo di installare le nuove linee di gas, più sicure, a norma e più facili da riparare in caso di guasto. Questo – precisa – ha comportato preventivi, computi metrici, varie assemblea durante le quali sono state concordate le modalità di intervento dei lavori».

Il totale rifacimento delle condutture – «non tutti i proprietari era obbligati a modificare l’impianto», spiega l’amministratore – ha comportato tempi più lunghi, ed in mezzo, a complicare le cose, c’è stato pure agosto. Lunedì cominceranno gli interventi – assicura – e dalla prossima settimana tutti saranno collegati. Purtroppo in Italia, la burocrazia non aiuta».

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