Udine, palazzo Antonini: Blasoni e Zucchini fanno un’offerta - Foto

Dopo Pontoni e Kechler interessati all’ex sede Bankitalia. «Questa volta cerchiamo un socio: banca o imprenditore»

UDINE. Dopo i palazzi Pontoni e Kechler, Massimo Blasoni assieme al socio Giorgio Zucchini pensa a palazzo Antonini. Operazione che però apre ad un altro socio.

«Stiamo parlando di uno dei palazzi di maggior pregio della città che non può essere chiuso, dimenticato – spiega Il numero uno di Sereni Orizzonti –. Mi sono confrontato con il mio socio e la proposta è questa: noi investiamo la metà o poco più dei 7,5 milioni previsti per l'acquisto del palazzo se c'è qualcun altro che entra in cordata con noi.

Credo ci siano imprenditori e istituti di credito a Udine e in Friuli che possano essere interessati a questo investimento: sarebbe bello pensare ad un pool interamente udinese e non mi sembra impossibile nemmeno una partnership pubblico-privato. Cosa farne poi? É presto per dirlo, prima vediamo se ci sono i partner per la cordata ma è comunque opportuno immaginare ad un utilizzo aperto alla città».

Proprietaria del palazzo progettato a metà del Cinquecento da Andrea Palladio è la Banca d'Italia. L'immobile si sviluppa su cinque livelli, più esattamente piano interrato, piano terra, rialzato, primo piano e sottotetto per un totale di 3 mila metri quadrati. Nella vendita è incluso anche il parco monumentale che si affaccia su piazza Primo maggio. Tutto è stato stimato 7,4 milioni di euro. Dopo una prima fase di vendita andata a vuoto (la Banca d’Italia ha venduto soltanto tre lotti fra le centinaia proposti), l’8 gennaio è cominciata la seconda. Confermata come società di Advisors la Rti Colliers International Italia, la quale ha a sua volta confermato la collaborazione con l’immobiliare udinese IdeaCittà di Maurizio Fabiani.

È di giovedì la notizia che buona parte degli arredi e dei cimeli storici che arricchivano palazzo Antonini sono stati portati a Trieste, nella sede regionale di Bankitalia. Secondo Diana Barillari di Italia nostra - che per tutelare l'immobile aveva promosso una raccolta di firme - quel palazzo è in vendita a un prezzo stracciato. È un’altra parte di Udine che se ne va. Certo è che perdere quel patrimonio è di per sé un danno irreparabile per la città».

E proprio il Fondo ambiente italiano, nel prossimo fine settimana, aprirà al pubblico il palazzo. A fornire l’occasione sono le Giornate di primavera del Fai, in calendario sabato 22 e domenica 23 marzo. Il fil rouge che unisce le aperture di Udine e Cividale è “Restauri e palazzi”, perché quest’anno i tesori off limits in mostra saranno tutti freschi di restyling. Ecco allora che in città sono visitabili (secondo il nuovo orario 10-13 e 15-18 per il sabato, no stop della domenica 10-18): palazzo Contarini, il castelliere di palazzo Mantica, casa Andriotti, l’ex sede della Banca d’Italia e palazzo Garzolini. A Cividale: i palazzi Gabrici-Craigher e Levrini-Stringher oltre al complesso monastico di San Giorgio in Vado. Palmanova segue invece il filone legato al periodo Napoleonico con la caserma Filzi, la caserma Montesanto e la polveriera Foscarini.

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