Udine, non si trovano allenatori: così la ginnastica artistica muore

UDINE. Non si allenano da una ventina di giorni. Si sono ritrovate all’improvviso senza il tecnico. Non soltanto. Lamentano di non aver ricevuta nessuna comunicazione dalla società sulla sospensione della preparazione e a oggi non sanno ancora quando torneranno in palestra per svolgere l’attività agonistica.
Dodici atlete di ginnastica artistica, tra i 6 e i 17 anni, iscritte all’Associazione sportiva udinese dal 29 dicembre sono a casa in attesa di conoscere il loro futuro.
Sacrifici – le ragazze si allenano solitamente 5 volte alla settimane per 4 ore al giorno – e impegno sembrano essere andati in frantumi alla vigilia delle imminenti appuntamenti alle gare federali in programma a febbraio.
Ma le famiglie, che sborsano annualmente per le lezioni 895 euro, oltre a farsi carico di trasferte e tesseramenti, non ci stanno e si sono rivolte al nostro quotidiano per portare a conoscenza delle autorità della città il problema e smuovere così l’opinione pubblica, «stanchi anche – spiegano – di non ricevere risposte concrete da parte della dirigenza nonostante le numerose mail inviate nei giorni scorsi».
«Le nostre figlie – dicono – sono trattate come atlete di serie B rispetto ad altri sport, come la ritmica. Forse non siamo in grado di portare a casa medaglie e premi come altri. Ma questo è il risultato di questi ultimi anni molto tribolati».
Il problema – stando al racconto dei genitori – si trascina da cinque stagioni, durante le quali sono cambiati cinque allenatori. «La penultima in ordine di tempo, la romena Olga Varzaru – dichiarano –, aveva più volte chiesto un aiuto tecnico alla dirigenza, senza riceverlo.
A gennaio dello scorso anno aveva annunciato le dimissioni, poi ufficializzate a novembre per altri impegni presi in Canada. Dal 4 dicembre le nostre ragazze hanno potuto mantenersi in movimento, senza, però, allenarsi dal punto di vista tecnico, grazie alla disponibilità di Ilaria Di Carmine che, pur non avendo nessuna qualifica, ha dato il massimo contributo con serietà e affidabilità affinché le atlete mantenessero quantomeno la condizione fisica».
«La collaborazione con Ilaria – continuano – è stata prorogata quasi di giorno in giorno. Era diventata un’autogestione dettata dal buonsenso».
Fino al 29 dicembre, quando gli allenamenti hanno subito un brusco stop. A oggi le ragazze non sanno quando rientreranno in palestra per riprendere l’attività vera e propria. «Ironia della sorte – affermano le famiglie – ci hanno comunicato che a partire da lunedì si potranno fare attività fisica di mantenimento insieme con le atlete di altri sport dalle 14.30 alle 16.30 tre volte a settimane.
Peccato – fanno notare – che a quell’ora gran parte delle nostre figlie siano a scuola». «Ci sentiamo trascurati. Non c’è un progetto all’orizzonte – concludono –. La palestra è un gioiello e andrebbe sfruttata al meglio potenziando l’attività agonistica. Abbiamo sacrificato la nostra vita per i nostri figli e non vogliamo che tutto vada ora in fumo.
Ci siamo sentiti rispondere che la ginnastica artistica non ha raggiunto i risultati sperati, ma non c’è mai stata programmazione e continuità per far crescere dei talenti. Molte hanno preferito fare le valigie e affiliarsi ad altre società». «La ginnastica artistica a Udine – questo è l’ultimo drammatico appello – rischia di chiudere. Aiutateci a salvarla».
Il presidente dell’Asu, Allesandro Nutta rimanda al mittente le accuse. «Ci sembrano polemiche forzate che ci lasciano perplessi. Abbiamo sopperito con energie interne all’addio di un allenatrice che ha abbandonato l’incarico con un preavviso di soli 15 giorni.
Le atlete continueranno a fare allenamenti di mantenimento, ma stiamo concludendo la trattativa con due importanti tecnici romeni, in grado di farci fare il salto di qualità pur consci che serve un percorso di circa due anni.
La difficoltà sta proprio nel trovare, rispetto ad altre discipline, preparatori di alto profilo. In questi anni abbiamo investito nella ginnastica artistica 40 mila euro nell’acquisto di attrezzature, molto di più che nella ritmica».
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