Udine, muore a 29 anni per choc settico dopo una varicella

Colpito da varicella, muore a 29 anni. La vittima è un agente di commercio udinese, Marco Basta D’Afflitto. Ha cessato di vivere per uno choc settico nella notte fra il 30 e il 31 dicembre nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale, dove era stato ricoverato qualche giorno prima.
UDINE.
Colpito da varicella, muore a soli 29 anni. La vittima è un agente di commercio udinese, Marco Basta D’Afflitto. Ha cessato di vivere per uno choc settico nella notte tra il 30 e il 31 dicembre nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Udine, dove era stato ricoverato qualche giorno prima.


La drammatica e repentina fine del giovane ha sconvolto i suoi familiari, il padre Luigi, bancario in pensione, la madre Carina, il fratello Claudio, già presidente degli amministratori di condominio, le sorelle Paola ed Elena, la sua ragazza e il folto gruppo dei suoi amici. Ma la notizia della tragedia si è diffusa in tutto il quartiere di borgo Aquileia, dove Marco abitava, in un condominio di piazzetta del Pozzo. La data dei funerali non è stata ancora fissata, in quanto sono stati disposti accertamenti medici più approfonditi per capire le esatte cause della morte.


Marco Basta D’Afflitto comincia a stare male qualche giorno prima di Natale. Poche linee di febbre, sembra una banale forma influenzale. Il 25 dicembre partecipa al pranzo natalizio che vede riunita l’intera famiglia, ma ha già in tutto il corpo le bolle tipiche della varicella e la febbre piuttosto alta. Il medico lo visita nel pomeriggio, gli prescrive la tachipirina e riposo assoluto. La situazione è ancora sotto controllo, purtroppo per poco. Il giorno di Santo Stefano l’agente di commercio sta peggio: lamenta dei dolori alla gamba destra, che è molto gonfia. Decide di andare al Pronto soccorso, è preoccupato. I medici lo rassicurano, gli dicono che i suoi sono dolori muscolari e torna nella sua abitazione.


Lunedì 27 resta a letto, sempre più sofferente. Verso sera sopraggiungono complicanze urologiche. La mattina seguente il medico di base torna a visitarlo e dispone il ricovero, che avviene nel tardo pomeriggio di martedì, con un’ambulanza del 118. Secondo la ricostruzione dei familiari, Marco resta in Pronto soccorso fino alle prime ore di mercoledì 29 dicembre, in osservazione, gli fanno anche una visita urologica per capire la causa dei problemi che lamenta. Quindi viene trasferito nel reparto di terapia intensiva due, in coma farmacologico, perché il quadro clinico è ulteriormente peggiorato. I sanitari si rendono conto di avere un paziente con uno choc settico devastante, sono sorpresi dalla rapidità e dall’aggressività della malattia.


La mattina del 30 dicembre tentano un disperato intervento chirurgico, per provare a limitare la setticemia. Ma tutto è vano: l’infezione è ormai diffusa in ogni parte dell’organismo e ha leso organi vitali, tra cui i reni e il fegato. Il giovane agente di commercio muore nella notte tra il 30 e il 31 dicembre, lasciando nello sconforto la famiglia e i suoi tanti amici che non riescono a spiegarsi il perché di una fine così atroce.


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