Udine, l’ex palazzo regionale diventa un bivacco - Foto e Video

Spazzatura ovunque, bottiglie di birra e vodka lasciate a terra, materassi che fungono da giacigli di fortuna e anche preservativi: questa è la fotografia dell’ex palazzo della Regione di via Caccia, in stato di abbandono da sette anni, ovvero da quando gli uffici sono stati trasferiti nella sede centrale di via Sabbadini.
Una vera e propria discarica a cielo aperto, concentrata nelle vecchie scale esterne dell’edificio, oggi punto di ritrovo degli studenti appena usciti da scuola e dormitorio per alcuni senzatetto italiani. Otto piani di degrado nel pieno centro di Udine.
Costruito nel 1990 l’edificio, al civico 17 e 29 di via Caccia, ha ospitato le sedi delle direzioni degli enti locali, dei lavori pubblici e dell’agricoltura della Regione fino al 2008. Circa 20 mila metri quadri occupati da uffici, dislocati in otto piani fuori terra, con due piani di parcheggi sotterranei. Il trasloco decretò di fatto l’inizio dello stato di abbandono e di incuria. Da allora ogni tentativo di vendita o affitto è andato a vuoto. E ora la situazione è sotto gli occhi di tutti.
Le scritte dei writers hanno preso di mira tutto il perimetro, porte d’accesso comprese. L’unica parvenza di vita vissuta è un cartello apposto all’ingresso dove si indica che gli uffici sono stati trasferiti in via Sabbadini. Il resto è sporcizia. Basta salire le scale esterne per rendersene conto.
Al primo piano sacchi di spazzature, al secondo anche un soffione della doccia tra vari materiali da ferramenta, al terzo tutto il necessario per sfamare dei gatti che sono diventati, anche loro, gli inquilini dell’ex palazzo regionale.
E man mano che si sale, la situazione peggiora, tra bottiglie di superalcolici in frantumi, vestiti lasciati a terra, cumuli di sigarette e preservativi. All’ultimo piano ci sono anche due materassi, usati come letti da sbandati e barboni. Qui, nel pomeriggio, abbiamo trovato dieci ragazzi, molti dei quali si sono dichiarati minorenni, appena usciti da scuola, chi dal Malignani – dicono – chi dallo Stringher, muniti di bong, la pipa in vetro ad acqua usata per fumare.
«Di solito ci ritroviamo quassù due volte a settimana – affermano – parliamo del più e del meno, ci piace trascorrere un paio d’ore in compagnia».
«Giorni fa – spiega un minorenne – ho trovato anche un barbone che dormiva. Ho chiesto se davamo fastidio. Ma lui ha detto che potevamo tranquillamente tenergli compagnia». «È vero – concludono – qua c’è tanta spazzatura, fa schifo, ma non siamo noi a fare questo. È colpa di chi viene qui a passare la notte».
Della situazione di degrado, Antonietta Parini, socia del Bire, il locale che dista pochi metri dall’edificio, non si è mai accorta. «Non abbiamo mai avuto problemi – dice - E non abbiamo mai notato persone sospette. Comunque faremo una segnalazione ai poliziotti di quartiere e ai vigili. Non è una bella immagine per la nostra città».
Chi amministra l’edificio, la Inarcassa, la Cassa nazionale di previdenza ed assistenza per gli ingegneri ed architetti liberi professionisti, interpellata telefonicamente, ci chiede di mandare una mail per chiedere informazioni sul caso. «La risposta – dicono – arriverà entro una settimana».
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