Udine investe sui servizi educativi: più nidi, doposcuola e mense per famiglie e bambini

In un contesto di calo demografico e fuga dei giovani, l’amministrazione comunale punta su istruzione e pari opportunità: spesa in crescita oltre i 10 milioni di euro, posti nei nidi aumentati del 30% e centri estivi anche per i bambini con bisogni speciali

Anna Rosso

In una città che invecchia e che affronta, come tante altre realtà italiane, il calo delle nascite e la fuga dei giovani, l’investimento nei servizi educativi diventa una scelta strategica e di visione. È la strada che ha intrapreso il Comune di Udine, che all’inizio di ogni anno scolastico presenta un bilancio e una prospettiva: più nidi, mense più accessibili e di qualità, doposcuola potenziati, nuove forme di accoglienza e, da quest’anno, anche i primi centri estivi pensati per i bambini con bisogni educativi speciali. Un impegno che non si esaurisce nei numeri ma che parla di comunità, di pari opportunità e di futuro.

Alla conferenza stampa, che ha visto la partecipazione del Sindaco Alberto Felice De Toni, dell’Assessore all’Istruzione Federico Pirone e del Dirigente del Servizio Istruzione Antonio Impagnatiello, è emersa con chiarezza la direzione intrapresa: fare dell’istruzione e dei servizi educativi un terreno privilegiato di investimento, capace di incidere sulla qualità della vita e sull’attrattività stessa della città.

Asili nido, post accoglienza e welfare educativo: “Investimenti strutturali per una città inclusiva e contro il calo demografico”

Il Sindaco Alberto Felice De Toni ha ribadito: «Garantire servizi educativi universali e di qualità è la strada maestra per combattere la povertà educativa e dare a tutti i bambini le stesse opportunità. Una buona scuola è la premessa per una comunità più giusta e solidale. Udine vuole essere una città che non lascia indietro nessuno e che guarda al futuro con fiducia».

«Abbiamo scelto di investire in maniera costante sull’istruzione per offrire garanzie e certezze alle famiglie», ha dichiarato l’assessore Federico Pirone, «aumentando i posti nei nidi, potenziando la ristorazione, ampliando doposcuola e possibilità di accoglienze. Questi non sono interventi a spot, ma investimenti strutturali a lungo termine. L’attenzione alle famiglie è per noi una priorità: Udine deve essere una città che accompagna i giovani e sostiene concretamente chi sceglie di crescere qui i propri figli».

Una città che cambia: meno bambini, più servizi

Al 2024 la popolazione residente tra 0 e 14 anni a Udine è pari a 10.496 unità, con una riduzione del 12% rispetto al 2019. «In questo quadro demografico, caratterizzato da un calo costante della natalità, l’impegno dell’amministrazione nell’ampliare e qualificare l’offerta educativa assume un valore ancora più strategico” spiega Pirone. “Garantire pari opportunità a un numero di bambini sempre più ridotto significa investire sul futuro e sull’attrattività stessa della città».

Più investimenti, più adesione ai servizi

L’impegno del Comune di Udine non si misura soltanto nelle parole ma nei numeri concreti: negli ultimi anni la spesa per l’istruzione è cresciuta in maniera significativa e, parallelamente, anche la partecipazione delle famiglie ai servizi offerti ha registrato un costante incremento.

I centri estivi hanno visto un aumento dei posti occupati, passati dai 1.415 del 2022 ai 1.621 del 2025, con un investimento comunale che nello stesso periodo è cresciuto da 608.000 a oltre 819.000 euro.

Il doposcuola è passato dagli 816 iscritti del 2022/23 alle 997 domande presentate per il 2025, mentre la preaccoglienza ha visto un incremento da 68 iscritti nel 2022/23 a 186 domande nell’ultimo anno. Il servizio di postaccoglienza, assente fino al 2022, è stato avviato con successo a partire dalla scuola Marco Volpe e oggi coinvolge già 50 alunni, con nuove attivazioni previste. Complessivamente, il Comune ha destinato a questi servizi circa 1,65 milioni di euro, con un incremento di 457.000 euro rispetto al 2022.

Particolarmente significativo è stato lo sforzo compiuto per i nidi d’infanzia, che hanno visto crescere i posti complessivi (tra comunali e convenzionati) da 332 nel 2023/24 a 421 nel 2025/26, con un aumento di quasi il 30%. In questo quadro, i posti convenzionati sono passati nello stesso periodo da 114 a 190, grazie a una riorganizzazione che ha permesso di massimizzare efficienza e disponibilità. Anche la spesa è cresciuta, passando dai 4,2 milioni del 2022 ai 4,7 milioni del 2025.

Infine, la ristorazione scolastica ha beneficiato di maggiori risorse: l’appalto, che nel 2022 ammontava a 2,62 milioni di euro, ha raggiunto i 3,214 milioni nel 2024, a fronte di un numero di iscrizioni sempre elevato.

Nel complesso, i fondi comunali destinati all’istruzione e ai servizi educativi sono passati da circa 8,6 milioni di euro del 2022 a oltre 10,3 milioni del 2025, con un incremento di oltre il 20%. Questi dati confermano una tendenza precisa: più risorse investite dal Comune si traducono in un ampliamento e una maggiore adesione ai servizi, a beneficio delle famiglie e della qualità della vita in città.

Nidi d’infanzia: più posti e meno attese

Il sistema dei nidi comunali e convenzionati si conferma una delle priorità dell’amministrazione. Per l’anno educativo 2025/26 i posti complessivi disponibili sono 421, con 234 nuovi ingressi. Le domande presentate dai residenti sono state 318 e la lista d’attesa si è ridotta a 84 bambini, contro i 129 del 2023/24 e gli 89 del 2024/25.

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