Udine, in classe non si entra con i jeans strappati: tre studenti fermati ai cancelli della scuola

UDINE. Cartellino giallo. A sventolarlo idealmente all’indirizzo di tre studenti della sede distaccata dello Stringher è stato un collaboratore scolastico che, notata la mise dei ragazzi, li ha bloccati alla porta, allertando gli insegnanti che avevano il turno di sorveglianza. Gli adolescenti, che frequentano la quarta e la quinta e che martedì mattina, 1 ottobre, si trovavano nell’edificio di via Valente che ospita i laboratori dell’alberghiero, sono stati ammessi in classe, con la garanzia di rivedere l’abbigliamento a partire dalla prima campanella di oggi. Ma cosa c’era che non andava nell’outfit dei giovanotti? I jeans strappati, “vietati” secondo la linea dettata appena qualche giorno fa dalla dirigenza.
Il dress code in classe. I ragazzi si sono regolarmente presentati ieri mattina ai cancelli della sede distaccata che accoglie i laboratori dell’indirizzo alberghiero dello Stringher. Ad attirare l’attenzione del bidello che sorvegliava l’ingresso, sono stati i jeans indossati da tre studenti, due ragazze e un ragazzo, uno di quarta e due di quinta: bucati, con tagli piuttosto netti sulle ginocchia. Il collaboratore scolastico ha bloccato i giovani all’esterno dell’edificio, impedendo loro di entrare «per almeno mezz’ora», raccontano alcuni testimoni. Proprio il giorno prima il bidello aveva fatto un giro delle classi per comunicare agli studenti la decisione dei vertici dell’istituto di non consentire più l’ingresso a scuola dei ragazzi con indosso pantaloni strappati. Dopo una breve trattativa “telefonica” con la sede centrale, la situazione si è finalmente sbloccata.
Ammessi con riserva. I giovani non sono stati invitati a tornare a casa, ma semplicemente richiamati. I loro nomi, tuttavia, sono stati annotati dal collaboratore scolastico. «Mettiamola così: si è trattato di un equivoco – minimizza il collaboratore del dirigente scolastico, Paolo Morandini –. La nostra richiesta, che auspichiamo diventi nel corso dell’iter scolastico anche una sensibilità degli studenti stessi, è che l’abbigliamento sia consono al contesto in cui si trovano. Presentarsi bene significa avere rispetto prima di tutto di sé stessi e poi degli altri che ci circondano». I tre ragazzi, dunque, hanno potuto svolgere regolarmente le ore di lezione previste. Con la promessa, però, di rientrare nei ranghi della sobrietà per il resto dell’anno scolastico. Il richiamo (che non è formale, specificano dall’istituto: si tratta dunque solo di un avvertimento orale) è stato deciso nella convinzione che i ragazzi, frequentando la quarta e la quinta, dovrebbero ormai maneggiare senza tentennamenti le regole.
Il confronto. Nei prossimi giorni i ragazzi coinvolti e i rappresentanti degli studenti si confronteranno con i dirigenti per dirimere definitivamente la questione. «Un incontro sul tema dei comportamenti da tenere a scuola era già in programma – spiega Morandini –. Sarà l’occasione per discutere anche delle questioni connesse all’abbigliamento, perché è nostra intenzione condividere questi aspetti con i nostri alunni, come già avvenuto in passato». Se non si parla esplicitamente di pantaloni, nel regolamento d’istituto si fa però chiaramente riferimento alla divisa, che deve essere indossata durante le ore di lezione di laboratorio e che deve essere sempre tenuta in ordine.
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