Udine e le sue rogge narrate da Simularte: «Un tema moderno l’acqua è energia»
Un documentario le fa rivivere, raccontando di mugnai e battiferro, lavandaie e filandaie, percorsi d’acqua e della memoria. stato presentato venerdì 15 dicembre all’auditorium Pigani di Reana

UDINE. Un documentario fa rivivere le rogge. Racconta di mugnai e battiferro, lavandaie e filandaie, percorsi d’acqua e della memoria. Opere ingegnose dell’uomo che hanno generato economia, energia, ma anche incontro, socialità, comunità. “Il futuro del passato.
Le rogge testimoni del cambiamento” è il titolo del progetto, con la regia di Marco Fabbro, realizzato da SimulArte, grazie al sostegno di Regione Fvg e alla collaborazione di Comune di Reana del Rojale, Comune di Tavagnacco, Anthropoi XXI e Civici Musei di Udine. Il video documentario è stato presentato venerdì 15 dicembre all’auditorium Pigani di Reana.
Verrà riproposto sabato 16 dicembre, alle 16 al Museo Etnografico di Udine, e il 20 alle 18 nella sala parrocchiale di Cavalicco di Tavagnacco. Attraverso le rogge si raccontano il territorio, la storia, le trasformazioni, la fatica, l’ingegno, il potere, l’economia, il divertimento, e anche la poesia da esse scaturita. Ne parliamo con Federico Mansutti, presidente di SimulArte.
Simularte è stata creata nel 2018, una realtà recente che ha nel nome un intento. Come nasce il progetto del documentario?
«”Simul” in latino significa” insieme”. L’intento è quello di favorire la multidisciplinarità. È un’impresa culturale, una società cooperativa senza scopi di lucro creata con Ermanno Basso, produttore discografico, e Stefano Amerio, ingegnere del suono. Proprio da un confronto con Basso, che viene da Roma, è nata l’idea di approfondire la conoscenza del territorio perché creare eventi non sia soltanto “una toccata e fuga”, un rapporto superficiale».
Perché il titolo “Il futuro del passato”?
«Emerge la memoria collettiva della comunità, di chi ha vissuto le rogge. Ma abbiamo anche incontrato due giovani che stanno facendo studi attorno all’argomento. Le rogge sono testimoni di un cambiamento, di uno sviluppo. Alle volte penso che mio nonno sentiva lo stesso suono delle campane che sento io. Dà l’idea del passaggio di generazioni in uno stesso luogo».
Il documentario dà voce a testimonianze inedite che sarebbero andate perse. Sta qui il suo valore?
«Sì, nell’aver raccontato ciò che non era stato scritto, esperienze forti proprio perché dette da chi le ha vissute».
Nel documentario emerge anche un tema attuale: l’energia, l’acqua come potere, oro blu. Il “futuro” del titolo è anche in questo?
«L’acqua è un tema attuale e urgente, legato alla geopolitica che sta dietro tante dinamiche, così come dietro a tante guerre c’è proprio l’energia. L’acqua delle rogge metteva in moto il mulino. C’è chi ha saputo sfruttare questo e creare imprese. Sapersi trasformare è indispensabile. Penso al tema di Dubai, alle energie rinnovabili, ai mutamenti in corso»
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