Udine e “l'affare cremazioni”: si cercano tre milioni dai privati

UDINE. Il caro estinto sta mettendo in difficoltà il Comune alle prese con una lista delle cremazioni sempre più lunga e la durata del forno sempre più corta. L’impianto installato negli anni Novanta è obsoleto e troppo spesso si ferma costringendo i parenti dei morti a rivolgersi altrove o ad attendere qualche giorno in più per ricevere le ceneri.
Palazzo D’Aronco cerca 3 milioni di euro per costruire il nuovo forno crematorio nel cimitero di San Vito. Questo sarebbe il meno se l’ente potesse accendere nuovi mutui e contare sul contributo regionale per l’intera cifra, ma non potendolo fare l’amministrazione invita i privati a partecipare all’operazione, una delle poche a garantire utili.
Qualche numero? Le 1.257 cremazioni effettuate nel 2013 hanno garantito alle casse del Comune entrate pari a 580 mila euro, al netto delle spese generali e di manutenzione, un utile di 90 mila euro. Tenuto conto che negli ultimi 20 anni il numero delle cremazioni è passato da 232 registrato nel 1995 a oltre 1250, gli utili possono solo crescere. Soprattutto se si utilizza un impianto di nuova generazione. Non va dimenticato, inoltre, che, al momento, Udine è il punto di riferimento per le cremazioni per buona parte del Friuli.
L’obiettivo quindi è costruire, in via del Calvario, dietro al cimitero monumentale di San Vito, un nuovo forno con due linee di cremazione. Ma non solo perché qui non mancherà la sala del dolore dove i parenti riceveranno le ceneri in un’atmosfera consona alla delicatezza del momento.
Non va dimenticato, infatti, che negli ultimi anni, a palazzo D’Aronco, è arrivata più di qualche protesta da parte dei parenti dei defunti per le condizioni del luogo in cui vengono consegnate le ceneri. Colta questa esigenza, lo studio di fattibilità prevede anche la sala d’attesa e del commiato per le cerimonie laiche. Anche quest’ultima è una necessità delle famiglie costrette, molte volte, a organizzare le cerimonie laiche nelle sale mortuarie dell’ospedale.
La stessa sala, come già avviene nel cimitero di Paderno, ospiterà anche i funerali con i riti previsti dalle altre religioni. Il tutto sarà supportato da un adeguato parcheggio previsto lungo via del Calvario. Lo ribadiamo, l’investimento stimato dallo studio di fattibilità ammonta a 3 milioni 20 mila euro.
«Trattandosi di una cifra inimmaginabile per le casse comunali e non potendo accendere nuovi mutui bloccati dal Patto di stabilità, l’ipotesi è quella del project financing assistita da un contributo regionale» ha spiegato, l’altra sera, in consiglio comunale l’assessore ai Servizi cimiteriali, Enrico Pizza, rispondendo all’interrogazione presentata dal vice presidente del consiglio comunale, Franco Della Rossa, sapendo bene che la Regione difficilmente finanzierà l’intera cifra, mentre i privati possono essere interessati a un’attività che non conosce crisi.
Pizza descrive un sistema di finanziamento simile a quello utilizzato per la costruzione del parcheggio sotterraneo di piazza Primo maggio dove oltre alla Regione, al Comune e a Ssm, sono intervenute anche la Camera di commercio e la Fondazione Crup.
Ma torniamo al progetto del nuovo forno crematorio la cui durata è stimata in 30 anni. Considerato che l’impianto troverà spazio a fianco del cimitero monumentale, l’assessore, per ridurre l’impatto ambientale che un impianto di quel tipo potrebbe provocare nel complesso storico, non esclude che il Comune, per selezionare il progettista, possa indire un concorso di idee. «Puntiamo - insiste l’assessore - a una qualità architettonica consona al luogo».
La problematica provocata dal forno crematorio ormai obsoleto che richiede continui interventi, e quindi costi, di manutenzione è nota da tempo. Non a caso Della Rossa, riportando le lamentele dei cittadini, ha interrogando l’assessore, auspicando che il nuovo impianto potesse essere costruito a Paderno. Ipotesi questa esclusa dall’assessore che ha ribadito: l’area sarà quella a ovest del muro di cinta del cimitero di San Vito.
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