Udine, allarme degrado. Il sindaco al prefetto: «Comuni lasciati soli, ci dica cos’altro fare»

Dopo la lite alla Casa dell’Immacolata e gli episodi in Borgo Stazione, il primo cittadino: «Serve un impegno concreto, i Comuni non possono essere lasciati soli»

Laura Pigani

«La realtà udinese non è un’eccezione e rispecchia quanto accade in tutta Italia». Dopo la violenta lite scoppiata venerdì sera alla Casa dell’Immacolata e le altre situazioni di degrado registrate negli ultimi giorni in città a intervenire è il sindaco Alberto Felice De Toni, con un appella al prefetto. E cioè chiedendo «un incontro urgente del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica per capire – spiega – cosa si possa fare in più rispetto a uno sforzo già notevole, da parte delle forze dell’ordine e dell’amministrazione comunale».

L’elenco è lungo. «Negli ultimi giorni – afferma il sindaco – abbiamo assistito ad alcuni episodi di degrado nei parchi cittadini e nelle aree limitrofe a Borgo Stazione. Oltre a una situazione di grave intemperanza in una delle strutture di accoglienza della città. Siamo dalla parte dei cittadini che assistono a questi episodi con preoccupazione. È doveroso dirlo chiaramente: ciò che accade a Udine – precisa – non è un’eccezione, ma una condizione che riguarda tutte le città italiane. Noi siamo costantemente al lavoro con tutte le istituzioni coinvolte, senza proclami e senza fare polemiche, lavorando per arrivare a soluzioni concrete – continua De Toni –. Per questo chiederemo al prefetto un incontro urgente del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica».

Lite e minacce tra minori dopo il no di un educatore, la Casa dell’Immacolata chiede aiuto

Udine, chiarisce il primo cittadino, sta già mettendo in campo tutte le forze a disposizione. «Con il potenziamento dei controlli da parte della polizia locale – ricorda, indicando in 292 quelli disposti solo nei parchi cittadini dall’inizio dell’anno –, con le azioni di prevenzione del disagio sociale sempre più diffuso e difficile da contenere, con i progetti di partecipazione che coinvolgono i quartieri».

Secondo De Toni, però, «siamo di fronte a una vera e propria emergenza in cui i Comuni sono spesso lasciati soli. Ad esempio, come abbiamo già detto a più riprese, la normativa per i minori non accompagnati, che lascia i sindaci responsabili di questi ragazzi senza nessun potere coercitivo o di controllo, è ampiamente lacunosa. Non ci può essere spazio – afferma – per chi continua a comportarsi in maniera non opportuna».

A questo si aggiunge il disagio di famiglie, adolescenti o individui ai margini. «Tutto questo va gestito con interventi macrostrutturali – ritiene il sindaco De Toni – e con un importante impegno da parte di governo e regioni. Nel nostro piccolo abbiamo puntato su forti investimenti nel sociale, per un totale di 75 milioni di euro in 3 anni, chiamando a raccolta gli enti del terzo settore e impostando un lavoro enorme con servizi sociali, Caritas, Croce Rossa, cooperative e parrocchie per intercettare il disagio».

A parere del sindaco, Udine «ha bisogno di serietà, di responsabilità istituzionale e di un impegno vero per affrontare i nodi della sicurezza e del degrado. Non di slogan, di video reportage né di passerelle mediatiche da parte di esponenti degli stessi partiti che sono al governo, la cui agenda non prevede nulla di tutto questo».

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto