Udine dà l'addio alla rete anti-discriminazione gay

Dopo la Regione anche il Comune lascia Ready. Il sindaco Fontanini: le nostre priorità sono altre
Udine 20 Gennaio 2011. Palazzo D' Aronco. Telefoto Copyright Foto PFP
Udine 20 Gennaio 2011. Palazzo D' Aronco. Telefoto Copyright Foto PFP

UDINE. Adesso è ufficiale: dopo la Regione anche il Comune lascia Ready, la Rete nazionale delle pubbliche amministrazioni anti-discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere. Lo ha deciso la giunta di Palazzo D’Aronco e la motivazione riportata sulla delibera è molto semplice: «l’adesione a Ready - si legge - non è coerente con le linee programmatiche dell’attuale governo del Comune».

L’adesione del Comune di Udine risaliva al 19 marzo del 2013 con l’amministrazione di centrosinistra guidata dall’ex sindaco Furio Honsell. Per l’attuale maggioranza di centrodestra però le priorità sono altre.

«Ma questo non significa che non siamo contro le discriminazioni - precisa l’assessore con deleghe all’istruzione, alle politiche per il superamento delle disabilità e alle pari opportunità, Elisa Asia Battaglia -. Nel contrastare le discriminazioni però non intendiamo privilegiare una categoria piuttosto che un’altra. Il bullismo e le discriminazioni soprattutto in ambito scolastico sono un problema serio che intendiamo affrontare a 360 gradi senza limitarci ai casi che riguardano le discriminazioni legate all’orientamento sessuale».

Un parere condiviso dal sindaco Pietro Fontanini che anche nella sua relazione programmatica aveva evidenziato il valore della famiglia naturale: «In un Friuli sempre più abitato da persone anziane e con pochi bambini, vogliamo che la famiglia naturale diventi il pilastro su cui si orientino le politiche finalizzate alla coesione sociale. Porre al centro la famiglia significa ritrovare le origini e i valori fondanti della nostra cultura».

Nonostante i chiarimenti e le spiegazioni però è facile immaginare che il cambio di rotta deciso dal Comune scatenerà le reazioni non solo da parte delle associazioni di Arcigay e Arcilesbica, ma anche del centrosinistra. L’ex sindaco Furio Honsell aveva condannato la decisione della Regione: «Il recesso dalla Rete Ready - aveva scritto in un post sul suo profilo Fb -, è un insulto gratuito alla storia della Regione Fvg». Il leader del centrosinistra, Vincenzo Martines aveva attaccato: «La cosa più grave - aveva detto - è che l’annunciato abbandono alla rete anti-discriminzioni gay da parte del Comune di Udine viene giustificato dal sindaco con il sostegno alla famiglia naturale mettendo così in contrapposizione le due cose». L’appello però è caduto nel vuoto. E il Comune ha lasciato Ready.

«Ma l’impegno contro tutte le discriminazioni non verrà meno», ribadisce l’assessore Battaglia che per venerdì alle 17 ha fissato la prima riunione della nuova commissione pari opportunità di cui fanno parte Barbara Beraldo, Anna Chiarandini, Anna Colombi, Anna Cragnolini Rossella Michelin, Cristiana Nicoletti, Angela Peronio, Veronica Piazza, Maura Pontoni, Cristina Pozzo, Vergara Josè Quintana, Daniela Rosa, Marilena Scian, Valentina Turcutto e i consiglieri comunali Lorenza Ioan, Claudia Basaldella, Elisabetta Marioni e Sara Rosso.
 

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