Udine, chiude il negozio Cattelan da 31 anni in piazza Duomo

UDINE. Ha trascorso più di cinquant’anni tra tessuti e colori, vestendo sia uomini e donne udinesi sia della provincia o di fuori regione. E ancora lo avrebbe fatto se l’età che si sente dentro non fosse così distante da quella che indica l’anagrafe.
Perché a Renata Cattelan di chiudere, dopo 31 anni, lo storico negozio di abbigliamento che porta il suo nome e di lasciare piazza Duomo pesa, ma anche per lei è arrivato il momento di ritirarsi. La decisione è ormai presa e il negozio abbasserà le saracinesche a fine giugno: prima tutta la merce sarà messa in liquidazione.
Resterà invece attivo “Cattelan bis”, in via Cavour, sotto il portico di palazzo D’Aronco, che continuerà a essere gestito dalla figlia Francesca.
È un pezzo importante di Udine che se ne va, quello legato alla moda e al gusto del bello che non tradisce la qualità dei capi e ne esalta la funzionalità.
Retaggio di un modo di lavorare che faceva tesoro delle peculiarità artigianali e le riproponeva, valorizzandole, anche nelle vetrine della boutique udinese. In quell’angolo riparato da due giardini e arredato dall’architetto Gino Valle, che con lungimiranza aveva utilizzato tavoli bianchi per esporre la merce, prototipi di Fantoni, e tubi di condizionamento di metallo a vista: un binomio che risulta moderno ancora oggi, a distanza di quasi cinquant’anni dalla sua ideazione.
Il negozio di abbigliamento per uomo e donna “Cattelan Renata e C” vi ha trovato casa nel 1987, quando la titolare ha deciso di subentrare a Longega, un altro negozio storico cittadino, che aveva inaugurato l’attività nel 1972 e proponeva unicamente moda maschile.
Renata è entrata nel mondo del commercio nei primi anni Cinquanta quando, diciannovenne, rimasta orfana di padre, si è trovata sulle spalle la ditta di carrozzeria che il genitore, originario del Veneto, aveva messo in piedi in via Di Toppo alla fine degli anni Venti e lo spazio vendita di ricambio auto in via Vittorio Veneto, nel palazzo delle Generali.
È proprio qui che la decana del commercio udinese ha imparato il mestiere. Poi vuoi per l’innato buon gusto, vuoi per il senso degli affari insito nel suo dna, ha spiccato il volo ritagliandosi uno spazio più nelle sue corde.
«Il settore dell’automobile cominciava a starmi stretto – racconta Renata Cattelan – e volevo occuparmi di qualcosa di più femminile: ecco perché all’interno del negozio di ricambi di via Vittorio Veneto ho deciso di ricavare un angolo in cui poter vendere abbigliamento».
Un’idea che si è concretizzata nel 64 e che, più tardi, ha coinvolto anche la figlia Francesca, che in bottega ha mosso i primi passi. Dai locali di via Vittorio Veneto – quando le assicurazioni Generali hanno ristrutturato l’edificio –, la moda di Cattelan si è poi trasferita in via Stringher, dove è rimasta fino al 1987.
A dare una svolta all’attività è stato l’incontro, quasi casuale, tra Renata e l’amico Antonio Longega. «Mi aveva detto che stava per chiudere il negozio in piazza Duomo – ricorda Renata Cattelan – e allora mi sono proposta di prenderlo io, visto che gli spazi di via Stringher cominciavano a essere stretti». Detto, fatto.
Erano anni in cui la burocrazia non soffocava progetti e ambizioni e la vita scorreva via con più semplicità: bastava la parola data, una stretta di mano e l’accordo era fatto. Così, nell’87, Cattelan è approdato in piazzetta Belloni, angolo con piazza Duomo.
Al posto di Longega, dove però la moda era prettamente maschile, motivo per cui l’atmosfera dei locali era “lunare”, con pareti tinteggiate di blu. Piccolissime modifiche erano state fatte prima del nuovo ingresso e, successivamente, nel 2001 sono stati completamente rinnovati i 400 metri quadrati, suddivisi in due piani, che compongono il locale.
«Gli anni Ottanta – commenta la figlia Francesca – erano fantastici: si respirava la voglia di vivere, di vestirsi e di sentirsi bene. La gente spendeva per il nostro abbigliamento, consapevole della qualità». Fiducia guadagnata da Cattelan con un’attenzione quasi maniacale per la qualità.
«Abbiamo sempre tenuto prodotti e marche di artigiani locali – conclude –: la pelle dal Veneto e dall’Emilia, da dove arrivava anche la maglieria, la seta da Como. Da noi si potevano trovare i completi e creare abbinamenti tra maglie e camicie in perfetta gradazione di colori».
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