Uccise un bancario, ottiene i domiciliari

Sacile, Thomas Zandonà era stato condannato a 22 anni nel 2006 per la tragica rapina alla sede della Bnl

SACILE. Ha lasciato il carcere e sconterà il residuo di pena ai domiciliari Thomas Zandonà, il giovane sacilese che i 24 aprile 2003 aggredì a martellate un bancario, Claudio Bonanni (originario di Raveo), durante una rapina. L’uomo morì dopo 11 anni di coma vegetativo.

Zandonà, condannato a 22 anni, ha usufruito di vari sconti di pena, grazie alle norme “svuotacarceri” varate nel 2010. E il residuo, appunto, lo sconterà ai domiciliari, dato che la legge consente ai condannati di usufruire dei benefici dei domiciliari se devono scontare ancora pochi anni.

L’ha “annunciato” lui stesso sul suo profilo Facebook, che risulta attivo dalla fine di dicembre 2015: «Il bello di essere libero!», ha scritto nel post.

Zandonà, che all’epoca aveva 22 anni, era entrato nella filiale della Banca nazionale del lavoro di via Ruffo a Sacile dopo l’orario di chiusura, approfittando della buona fede di un’impiegata, Marzia Tonitto, che lo conosceva, perchè erano stati compagni di scuola.

Era però armato di martello e di pistola (ma scarica, sottratta dalla casa del nonno morto pochi giorni prima) ed era furioso perchè gli era stato negato un prestito. Aveva puntato l’arma prima contro Marzia Tonitto perché non si muovesse mentre la colpiva con il martello, provocandole varie lesioni.

Bonanni era intervenuto in difesa della collega ed era stato a sua volta preso martellate in testa, entrando subito in coma irreversibile.

Zandonà aveva poi svuotato le casse della banca, sottraendo 40 mila euro, ed era fuggito, andando a comperarsi una moto.

Ma le telecamere lo avevano ripreso e in breve gli inquirenti sono risaliti all’operaio, che abitava poco lontano dalla banca. Tre ore più tardi, i carabinieri lo hanno fermato mentre rientrava con la motocicletta e l’hanno portato in caserma, dove ha confessato e ha indicato agli inquirenti dove recuperare soldi e martello.

Così l’impiegato non potè reagire ai colpi di martello. Thomas Zandonà si era accanito anche contro di lui.

Poi era uscito dalla banca, era andato a Caneva a versare il saldo ed era tornato a casa con la moto nuova, fiammante. Tre ore dopo l’aggressione era stato prelevato dai carabinieri.

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