Uccise la moglie, perizia psichiatrica

E' cominciato il processo nei confronti dell’ex muratore Silvano Cantarutti, alla Corte di assise d’appello di Trieste
Cividale 02 marzo 2013.Omicidio in Villa ad Attimis. Un uomo uccide la moglie..Stazione di comando dei Carabinieri di Cividale..L'omicida.Copyright Foto Petrussi / Ferraro - Turco
Cividale 02 marzo 2013.Omicidio in Villa ad Attimis. Un uomo uccide la moglie..Stazione di comando dei Carabinieri di Cividale..L'omicida.Copyright Foto Petrussi / Ferraro - Turco

ATTIMIS. Il giudice per le udienze preliminari del tribunale di Udine lo aveva condannato a 16 anni di reclusione, ma per Silvano Cantarutti, muratore 52enne reo confesso dell’omicidio della moglie Denise Fernella Graham di 43 anni, ora le cose potrebbero cambiare.

A deciderlo è stata la Corte d’Assise d’Appello di Trieste alla quale è ricorso il suo avvocato Elena Antoniazzi per chiedere il riconoscimento del vizio parziale di mente e le circostanze attenuanti della provocazione. Ad accertare queste circostanze ora saranno i periti.

Secondo la difesa, Cantarutti avrebbe inferto 15 coltellate sul corpo della moglie in un momento in cui non era in grado di comprendere esattamente cosa stesse facendo, del resto, come è stato accertato, agì in stato di ebbrezza alcolica.

E a determinare quella reazione, sempre secondo la difesa, sarebbero stati i continui rimproveri che la moglie, originaria di Antigua e residente con lui nella villa di Attimis, gli avrebbe rivolto insistentemente.

Quattro ore è durata l’udienza di ieri al termine della quale il procuratore generale Carlo Maria Zampi ha accolto le richieste presentate dalla difesa.

Sarà il dottor Bruno Norcio, cui è stato affidato l’incarico dalla Corte d’Assise d’Appello, a valutare le condizioni psichiche di Cantarutti e il suo stato mentale per comprendere se al momento del delitto era completamente in grado di intendere e di volere.

Accanto a lui ci sarà un altro medico, il dottor Vincenzo De Leo, consulente nominato dalla difesa. La Corte d’Assise d’Appello si riunirà nuovamente il 30 gennaio per valutare gli esiti della perizia psichiatrica.

«Cantarutti ha espresso più volte il proprio pentimento per quello che ha fatto» ha sottolineato ieri il suo difensore Elena Antoniazzi descrivendo lo stato di prostrazione nel quale è sprofondato il muratore in questi mesi.

A scegliere la via del rito abbreviato, che ha permesso a Cantarutti lo sconto di un terzo della pena, era stato proprio il suo legale che, di fronte al giudice per le udienze preliminari di Udine Daniele Barnaba Faleschini, aveva sollecitato la concessione delle attenuanti generiche, oltre al riconoscimento del vizio parziale di mente e della provocazione.

Accogliendo la richiesta avanzata dal procuratore facente funzioni Raffaele Tito, Faleschini aveva pronunciato la sentenza di condanna a 16 anni. Decisione che Cantarutti ha ascoltato in silenzio, con il capo chino.

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