Uccise la moglie, condannato a 20 anni

Salvatore Guadagno strangolò Carmela Cerillo a Feletto: il Gup gli ha riconosciuto la sola aggravante del vincolo coniugale
ANTEPRIMA Tavagnacco 25-04-2010 omicidio l'omicida
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di Luana de Francisco

Vent’anni di carcere e il risarcimento del danno ai due fratelli della vittima costituisi parte civile: è la condanna decisa dal Gup del tribunale di Udine, Paolo Alessio Vernì, per Salvatore Guadagno, il 40enne reo confesso dell’assassinio della moglie 38enne, Carmela Cerillo, strozzata a mani nude, il 25 aprile 2010, nell’abitazione di Feletto Umberto, nella quale i coniugi abitavano con i loro due figli. La sentenza è stata emessa ieri, al termine di una Camera di consiglio durata poco meno di un’ora e di un procedimento per il quale il pm aveva chiesto il giudizio immediato e che, su richiesta delle difese, è stato celebrato con rito abbreviato secco.

Nel calcolare la pena, il giudice ha riconosciuto la sola aggravante del vincolo coniugale, facendo dunque cadere quelle dei futili motivi e della crudelta contestate, in aggiunta alla prima, dal sostituto procuratore Lucia Terzariol. Che, alla fine della discussione, si era espressa per una condanna a 30 anni di carcere. Cioè, in astratto - considerato lo sconto di un terzo previsto dalla scelta del rito -, per l’ergastolo. D’altro canto, però, il Gup ha anche ritenuto di non concedere alcuna attenuante, a cominciare da quelle generiche, e di respingere le istanze avanzate dagli avvocati di fiducia Monica Catalfamo e Giorgio Caruso, che, concludendo per l’assoluzione, avevano chiesto che sul proprio cliente fosse disposta una perizia psichiatrica e sollecitato l’acquisizione di un’intervista rilasciata da Gennaro, il maggiore dei fratelli Cerillo, alla trasmissione di Rai uno “Se... A casa di Paola” e, a loro dire, “contraddittoria” rispetto alle dichiarazioni rese ai carabinieri in fase di indagini preliminari.

Pur senza quantificarne la somma, nè disporre alcuna provvisionale, il giudice ha inoltre accolto la richiesta di condanna al risarcimento danni avanzata dall’avvocato di parte civile, Mario Angelino (foro di Napoli), per i fratelli Gennaro e Cosimo Cerillo, entrambi residenti nel capoluogo campano. Per la definizione della somma, le parti sono state rinviate davanti al giudice civile. Ad attendere il verdetto, ieri, c’erano anche Annamaria, la maggiore dei due figli della coppia, e il fratello 14enne, oltre alla sorella di Guadagno, tutt’ora in custodia cautelare nel carcere di via Spalato e a sua volta presente in aula.

Carmela e Salvatore, originari di Napoli, operaio alla Fincantieri lui e bidella al Ceconi lei, abitavano in un appartamento al civico 48 di via Cavour. Stando a quanto riferito da Guadagno nella confessione e alle indagini condotte dai Cc del Nucleo investigativo, a minare il loro rapporto, nell’ultimo periodo, era stata una relazione extraconiugale cominciata un annetto prima dalla donna. Da qui, l’ipotesi del delitto a sfondo passionale.

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