Tutto cominciò con la firma di re Umberto I

CIVIDALE. Era il 24 giugno del 1886. Fu in quel giorno d’estate che prese avvio, 130 anni fa – in attuazione di un regio decreto emesso 24 mesi prima – , l’avventura della linea ferroviaria Udine-Cividale. La concessione del servizio porta la firma di re Umberto I.
All’epoca la tratta era gestita dalla Società Veneta per Imprese e Costruzioni Pubbliche, che aveva sede a Padova: le antiche carrozze impiegavano 45 minuti per collegare i due capolinea, contro i 22 attuali. Alcuni anni più tardi la strada ferrata si estese in direzione dell’attuale Slovenia, con la creazione del collegamento a scartamento ridotto dalla cittadina ducale fino a Caporetto: la connessione rimase in funzione fino al 1932.
Un primo cambiamento sostanziale nell’assetto della Udine-Cividale risale alla fine degli anni Cinquanta, periodo in cui venne dismessa la trazione a vapore e inziarono a circolare locomotive e automotrici diesel.
Altra data spartiacque, nella storia di questo amatissimo treno locale, è il 1986: la linea fu infatti affidata a un commissario della Mctc, che subentrò nella gestione alle Ferrovie del Nord Est, ex Società Veneta. Ma di mutamenti gestionali se ne registrano altri due, per arrivare ai giorni nostri.
Nel 1997 la tratta passò sotto il controllo delle Ferrovie dello Stato, rimanendo di loro competenza fino al 2001, data di nascita delle Spa di gestione del servizio (Ferrovie Venete, poi confluite in Sistemi Territoriali Spa).
L’ultimo step riporta al primo gennaio 2005, anno in cui la titolarità del “sistema” passò nelle mani della Società Ferrovie Udine - Cividale srl, a capitale interamente regionale. Nel 2008 (più o meno in contemporanea con l’attivazione del nuovo centro intermodale cividalese) fu stipulato con la Regione uno specifico contratto per la disciplina del servizio.
«Una storia importante, per il nostro territorio», ha commentato l’amministratore unico di Fuc Maurizio Ionico, sottolineando che l’epopea della littorina è destinata a continuare e ad arricchirsi, nel prossimo futuro, di tanti nuovi significativi tasselli «nel segno – ha detto – dell’intermodalità e della mobilità sostenibile». (l.a.)
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