Trump eletto: timori per un ridimensionamento della Base di Aviano

AVIANO. A poche ore dalla notizia della vittoria di Donald Trump, il quotidiano indipendente delle forze militari in Europa “Stars and Stripes” è stato il primo a porsi la domanda che probabilmente da stanotte si fanno molti militari americani del 31 Fighter Wing di stanza all’aeroporto Pagliano e Gori di Aviano: «E adesso cosa succede?».
La vittoria di Donald Trump pone un grosso punto di domanda anche sul futuro dell’organizzazione militare statunitense in Europa.
Ad Aviano le urne si sono chiuse ormai da giorni ed è praticamente impossibile sapere come militari e civili abbiano votato perché è una questione personale, che non passa attraverso la struttura militare. La modalità è stabilita dal proprio Stato di appartenenza e cambia dall’uno all’altro: dal voto per posta o via fax fino agli strumenti elettronici.
Gli americani che hanno deciso di votare lo hanno fatto nelle scorse settimane, ma sempre nella privacy. Niente incontri pubblici, ne gadget mostrati per sostenere uno o l’altro candidato. Il militare, almeno pubblicamente, deve rimanere fuori dalla politica.
«I militari statunitensi non sono tenuti a rilasciare commenti sui risultati delle elezioni - afferma il comando del 31 Fighter Wind -. Siamo pronti a lavorare con il presidente appena eletto e con il team di transizione per garantire un pacifico trasferimento di poteri così come abbiamo fatto con ogni nuovo presidente per più di 200 anni».
Il comando aggiunge che «le elezioni statunitensi sono anonime e non è possibile analizzare il voto dei militari di stanza ad Aviano».
La vittoria di Donald Trump però sicuramente ha fatto nascere qualche interrogativo anche nei militari di stanza ad Aviano fin dalle prime ore della vittoria.
Già perché ora ci si chiede quale sarà dal prossimo 20 gennaio la politica del miliardario in tema di Nato e dispiegamento nel mondo della forza militare degli Stati Uniti.
«L’ascesa di Trump alla Casa Bianca - scrive Stars and Stripes - rischia di dare una forte scossa di incertezza in Europa». Quanto affermato dal nuovo presidente durante la campagna elettorale sia in tema di Nato che di Basi nel mondo potrebbero indicare un cambiamento di priorità politica.
Ed evidenzia anche un altro aspetto: «Trump avrà una mano più libera che non quando si tratta di questioni di politica interna - scrive il quotidiano -: la decisione di chiudere le Basi all’estero e le missioni o ridistribuire le forze non richiede l’approvazione del Congresso».
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