Truffe su internet: la task force dei pm ha chiuso le indagini per 260 casi nel 2019

La Procura ha preso in esame in undici mesi 340 fascicoli Ieri quattro rinvii a giudizio per raggiri con annunci online



La task force istituita al palazzo di giustizia dal procuratore Raffaele Tito per scovare i truffatori che si annidano sul web sta lavorando a pieno ritmo. I reati telematici sono in crescita esponenziale.

L’anno scorso, da febbraio a dicembre, sono stati smistati 340 fascicoli per truffe online. In 260 casi gli otto pm hanno chiuso le indagini. Ottanta procedimenti sono ancora al vaglio dell’autorità giudiziaria. Numeri da record.

In 49 casi il procedimento si è chiuso con una richiesta di archiviazione, a fronte di 142 avvisi di conclusione delle indagini preliminari. Altri 44 fascicoli sono stati trasmessi ad altre Procure per competenza territoriale. Restano in attesa di indagine o della decisione del pm 58 procedimenti penali.

Gli inquirenti pordenonesi hanno effettuato 115 perquisizioni e in tre casi hanno chiesto una misura cautelare personale per gli indagati. È stata affidata anche una consulenza tecnica. Sono state disposte analisi dei tabulati telefonici in 74 fascicoli.

Gli autori dei raggiri online sono avvisati: meglio non colpire nella giurisdizione della Procura di Pordenone. Ieri il gup Rodolfo Piccin ha rinviato a giudizio per truffe sul web quattro indagati. In tutti e quattro i casi la Procura ha contestato l’aggravante della minorata difesa: vista la distanza geografica le vittime non possono verificare la buona fede dei venditori.

Giovanni De Lucia, 55 anni, di Casalnuovo di Napoli, è accusato di aver inserito sul sito internet subito.it l’annuncio di vendita di un “ciclocomputer” Garmin con Gps (un navigatore da bicicletta). Prima via mail, poi al telefono, l’inserzionista ha contrattato con l’acquirente di Caneva la vendita, chiedendo l’accredito di 80 euro su una carta postepay. Il cliente non ha ricevuto il navigatore. L’uomo ha usato un cellulare intestato a una ragazza. La carta prepagata era intestata all’indagato (al quale viene contestata la recidiva specifica infraquinquennale). Il processo comincerà il 6 ottobre dinanzi al giudice Eugenio Pergola.

La Procura ha contestato a Luca Cecchini, residente a Calci, in provincia di Pisa, 27 anni, di aver manifestato interesse per un set di tre canne da pesca con relativi accessori, messo in vendita da un giovane di Chions a 1.500 euro. Dopo la trattativa su whatsapp, il finto acquirente ha inviato la foto del bonifico. La merce è stata spedita, ma in realtà i soldi non sono arrivati sul conto. Il finto cliente è sparito dalla circolazione. La truffa, secondo il pm, si è consumata il 20 luglio 2018. Prima udienza il 15 settembre dinanzi al giudice Milena Granata.

Massimo Assentato, 48 anni, residente a Napoli, sarà processato per la truffa subita da una 42enne portogruarese. Secondo l’accusa ha messo in vendita una consolle playstation 4, ha inviato le coordinate per il pagamento, ha ricevuto 155 euro sulla carta postepay di cui risulta al pm intestatario e poi non ha inviato all’acquirente la play. L’episodio risale al 14 luglio 2017. Il processo comincerà il 6 ottobre dinanzi al giudice Granata.

È finito nei guai Simone Padovan, 35 anni, nativo di Gorizia. La Procura ritiene che abbia su subito.it l’annuncio con il quale veniva messo in vendita un cellulare di marca Lenovo a 50 euro. Un azzanese ha risposto all’annuncio, ottenendo un ribasso del prezzo a 30 euro. All’acquirente è stata assicurata la spedizione immediata. Sulla postepay è stata effettuata la ricarica, ma il cellulare non è stato spedito. Prima udienza del processo il 18 settembre, dinanzi al giudice Piera Binotto. —



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