Truffa alle assicurazioni, 128 denunciati
Sono 128 le persone denunciate per aver stipulato polizze assicurative con documenti falsi. Una truffa che consentiva di pagare il premio assicurativo più basso, con risparmi fino al 90 per cento. Sono stati i carabinieri della stazione di Cervignano, con la collaborazione dei colleghi della Compagnia di Palmanova, guidata dal sottotenente Andrea Modesti, a smascherare la maxi frode, quantificata in 155 mila euro per le compagnie assicurative, lo Stato per conseguente mancato versamento Iva per 25 mila euro e il sistema sanitario nazionale per 16.500 euro.
I denunciati sono 128, tutti residenti nelle province di Napoli e Caserta. Una lunga e complessa attività d’indagine, durata due anni e coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica di Udine, Andrea Gondolo. Tutto è iniziato a seguito di una querela presentata dall’agenzia “Sara Assicurazioni” di Palmanova nel 2017, quando l’agenzia ricevette la telefonata di un uomo, che, fingendo di voler stipulare un’assicurazione, tentò di far risultare che l’auto era di un’altra persona. Scoperta la truffa, l’agenzia segnalò tutto alle forze dell’ordine. I reati contestati sono falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico, sostituzione di persona, truffa ai danni dello Stato, fraudolento danneggiamento dei beni assicurati ed esercizio abusivo della professione di assicuratore.
Tutta l’attività illecita è stata messa in piedi da un’organizzazione di 12 persone attiva nel Napoletano, tra cui 8 broker assicurativi che esercitavano senza averne titolo. Il fine era la stipula di contratti assicurativi fraudolenti per la responsabilità civile dei veicoli a motore favorendo i propri clienti, anch’essi chiamati a rispondere per correità. Secondo quanto accertato dai carabinieri, la banda falsificava certificati di stati di famiglia, carte di circolazione, ricevute sostitutive di documenti di circolazione e documenti d’identità per far risultare il veicolo da assicurare di proprietà di ignare persone residenti nel Nord Italia, titolari di classe di merito 1 (la più bassa), oppure far figurare i reali proprietari dei mezzi come conviventi di altre persone titolari di classe di merito 1, beneficiando così di premi di polizza a costi contenuti, frodando le compagnie di assicurazione.
Gli autori della truffa, fingendosi proprietari di veicoli da assicurare, contattavano telefonicamente piccole aziende di assicurazioni di varie regioni del Nord Italia fornendo falsi dati e chiedendo un preventivo che poi accettavano senza esitazione. Seguiva l’invio di documenti falsi tramite mail, un pagamento con bonifico e il veicolo era assicurato. Per la stipula di un contratto assicurativo le compagnie determinano le tariffe basandosi su due criteri: quella della provincia di residenza del proprietario, provincia abbinata a un coefficiente d’incidentalità, e quello della classe di merito, ossia il punteggio attribuito, nel corso degli anni, al conducente che causa meno incidenti e quindi paga meno (la più conveniente è la 1). La classe di merito, secondo il decreto Bersani del 2007, è trasferibile ai familiari conviventi che abbiano acquistato un veicolo. In questo caso, il vantaggio ottenuto è perpetuo perché al momento di rinnovare la polizza il cliente mantiene la classe di merito acquisita senza dover ricorrere a raggiri. Il costo della polizza ottenuta riusciva ad essere fino al 90 per cento inferiore rispetto alla tariffa cui avrebbero avuto diritto i clienti. Il guadagno per l’organizzazione, che avvicinava le persone nei locali pubblici e tramite passaparola, era rappresentato da un sovrapprezzo da 100 a 500 euro per ciascuna polizza, che i truffatori chiedevano a titolo di mediazione. —
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